Frasi Abitudine
Le frasi sull'abitudine sono un modo per riflettere su quanto siamo condizionati dalle nostre abitudini. A volte queste abitudini ci aiutano a vivere meglio, ma altre volte possono essere la fonte di problemi o di stanchezza. Ecco alcune frasi sull'abitudine che possono aiutarci a prendere coscienza della situazione e provare a cambiare qualcosa:
Frasi Abitudine di
È pessima l'abitudine di scusarsi in anticipo, dando così all'avversario l'opportunità di lamentarsi.
Ormai tutto è abitudinario: non permettiamo però che la nostra vita divenga un'abitudine a cui tutti sono assuefatti.
Le frasi sull'abitudine ci ricordano quanto importante sia fare attenzione alle nostre abitudini e come anche un lieve cambiamento possa portare grandissimi benefici nel tempo. Quindi, proviamoci a rompere le vecchie abitudini ed introdurne di nuove che ci porteranno maggiore benessere!
Ci sono certi silenzi pieni di rumori che si annullano a vicenda. É quando i rumori diventano indifferenti e cosi costanti e monotoni da non colpire più l'attenzione. (da "Un giorno dopo l'altro")
Detesto chi fa di tutte le erbe un fascio senza conoscere a fondo una persona... credere che tutte le persone siano uguali porta ad un'uniformità desolante... chi lo fa non avrà mai la sensibilità per riconoscere qualcosa di diverso da ciò che lui vuole... ma per fare questo basta guardarsi allo specchio e bearsi... per costoro, non vale la pena sprecare parole d'amore... il loro cuore è troppo arido per raccoglierle...
L'abitudine è quella che rende le nostre prove più forti e più credute: essa piega l'automatismo e questo trascina l'intelletto senza che esso se ne accorga. Bisogna acquistare una credenza più facile, che è quella dell'abitudine la quale, senza violenza, senz'arte, senza prova, ci fa credere le cose e inclina tutte le nostre potenze a questa credenza, sì che la nostra anima cade in essa naturalmente.
Non mi abituerò mai alla gioia che provo quando ricevo un'abbraccio, un bacio, un gesto d'affetto...
La cosa più difficile da interpretare, oggi, è la naturalezza di ciò che ci circonda e inconsciamente ci sfugge via.
Ogni piccola trasgressione impunita trasmette un segnale negativo che gli altri inevitabilmente finiscono per cogliere e utilizzare.
L'abitudine è l'abitudine, e non si può sbatterla fuori dalla finestra: bisogna, a forza di persuasione, farle scendere le scale un gradino alla volta.
Non ho tante paure, ma la cosa che più mi fa paura è proprio la paura, perché mi impedisce di fare tante cose.
Mai potrò abituarmi alle persone che con facilità entrano nella mia vita e, con altrettanta facilità, ne escono fuori.
L'abitudine è una brutta bestia, mi sembra anche di avervelo già detto, pensate infatti che un drogato diceva sempre:"Domani smetto" e finalmente dopo aver ripetuto la fatidica frase per 15 anni, ha smesso veramente, per forza è morto.
A New York sai sempre quando arriva l'autunno, perché l'ombra dell'uomo che ti pedina diventa più lunga...
L'abitudine può cambiare lo stampo della natura e domare il diavolo o cacciarlo del tutto, con forza meravigliosa.
L'abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
Vedevo d'improvviso una nuova faccia dell'Abitudine. Fino a quel momento l'avevo considerata soprattutto come un potere distruttivo che sopprime l'originalità e addirittura la coscienza delle percezioni; ora la vedevo come una divinità temibile, così inchiodata a noi, con il suo viso insignificante così confitto nel nostro cuore che si stacca da noi, se ci volge le spalle, questa divinità che quasi non distinguevamo ci infligge sofferenze più terribili di qualsiasi altra e allora diventa crudele come la morte.
Esiliata lontano da lei, dolce rassicurante amante della lenta vita che scorre. Fiore da aprire, ma mai con sorpresa, il suo odore addormenta ma non inebria. Se tornasse nei miei giorni, forse mi sentirei a casa, ritroverei il viso a cui regalare un sorriso. Rimpiango un'azione prevedibile, un abbraccio conosciuto sin troppo bene. Il tempo mi allontana da questo stato e lamento la sua mancanza come una vedova che in cuor suo sa bene che il tempo non cura ma squarcia forte la sua ferita immortale.
Scrivo la mia vita per ridere di me e ci riesco. Scrivo tredici ore al giorno, e mi passano come tredici minuti. Qual piacere ricordare i piaceri! Ma qual pena richiamarli a mente. Mi diverto perché non invento nulla. Ciò che affligge è l'obbligo che ho, a questo punto, di mascherare i nomi, dal momento che non posso divulgare gli affari degli altri.