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Riemergi dalla sospensione abitudinaria, mentre tutto ti circonda sempre uguale, tirati fuori guardandoti dentro. Osserva le tue emozioni e distogli l'attenzione da ciò che non ti emoziona. Non hai bisogno di nuovi stimoli, quello che ci rende vivi è l'attenzione che sappiamo mettere nelle cose che facciamo provando sempre qualcosa di diverso. Alle volte anche poggiare lo spazzolino in una posizione anziché in un'altra, da accesso a un universo di fantasia.
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L'abitudine è incorreggibile: ti fa apparire le cose così naturali che anche l'errore diventa tanto ordinario da non notarlo più. Tutto andrebbe bene se non fosse che non viviamo soli su questo pianeta.
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C'è chi non ha solo gli scheletri nell'armadio. Lei nell'armadio teneva i vestiti di un altro. Di lui. Li teneva temendo che, se li avesse buttati, dato fuoco o venduti, lui non sarebbe tornato, eppure non lo cercava, presa dall'orgoglio di non sconfessare la propria scelta di mandarlo via. Così lì conservava e, ogni tanto, li indossava una sua camicia per dormirci dentro, sperando che lui la sentisse attraverso i sogni e tornasse su quei passi in cui lo aveva accompagnato.
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La verità che spesso si vuol vedere è solo superficie. Finché non guardi all'interno, puoi sempre illuderti di vedere le pareti colorate e disegnate in rilievo, da sembrare colme.
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Noi leggiamo e scriviamo le parole di come vorremmo che andassero le cose ma quanto ci allontaniamo, una volta espletato l'esorcismo di ritrovarci nelle parole, dalle azioni, dai fatti che cambierebbero le cose. Quanto più operiamo sulle parole tanto più omettiamo i fatti.
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Alla fine ciò che siamo, che rappresenta il nostro carattere, sono quei dettagli costanti che d'età in età ritroviamo e reiteriamo come fossero una sorprendente novità. Il resto non sono che prove, esperienze, che diversificano la nostra storia da un'altra, ma che infine ci riportano lì a quelle attitudini già note che a volte disprezziamo e altre volte vorremmo applicare con maggiore impegno.
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A volte faceva semplicemente finta d'essere felice. Era diventata tanto abile in questa farsa che neanche lei si rendeva conto quanto avviava il meccanismo, tale da non accorgersi di far finta anche con se stessa. Si accorgeva bene, invece, quando il meccanismo cessava. Accadeva alla fine della giornata, quando rincasava e guardava attorno tutte le sue cose immobili, fisse, mentre in lei tutto tornava in movimento o, meglio, il movimento scopriva le fratture, i tentennamenti. Le cose che aveva dentro erano differenti da quelle fuori, era tutta rotta all'interno al punto che nemmeno un milione di risate avrebbero potuto ripulirla da quelle macerie.
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Anneghiamo troppe ore nel niente pensando sia indispensabile, trascurando quelle poche essenzialità che da sole basterebbero a colmare ogni altra mancanza.
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Ci perdiamo in troppe cose, ricerchiamo le condizioni migliori e così lasciamo andare gli attimi ma tali condizioni sono solo delle idee, dei desideri, non esistono per lo più. Esiste la vita, tutto il resto è un mero conformismo che incatena l'anima.
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Gli umani dimenticano in fretta la semplicità. Il nostro istinto è volto a complicare ciò che, se lasciato a sé, scivolerebbe via coi propri tempi.
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Ci si appiattisce in un pensiero che c'è stato ripetuto a cantilena per una vita e non si riescono più a cogliere le variazioni sul tema della vita. Le foglie cadono ogni autunno in maniera diversa e non sono mai le stesse foglie, così nulla è mai uguale pur assomigliandosi.
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Nessuno torna mai chi era prima, ed è inutile quindi rimpiangere il passato o rinnegarlo. Non si cambia nel senso che vorremmo esprimere con questo termine, ma ci si evolve semmai nel bene o nel male, ma mai si torna come si era in uno stato precedente. Tuttavia ritengo che ogni giorno sia un buon giorno per migliorare, attingendo alle cose, alle persone, nuove esperienze, nuove emozioni da assimilare e fare nostre, come un bagaglio, una valigia che riempiamo solo delle cose utili che ci servono per proseguire il nostro viaggio. La bussola allora diventa il mezzo indispensabile per ritrovare la strada qualora ci si senta persi. Basta seguire il proprio cuore, il proprio sogno e non è mai tardi per riprendere il cammino che si era abbandonato per troppa distrazione, o per aver frainteso cuore e ragione, sensi chimici e percezione. Vado così avanti, imparo ogni giorno qualcosa che provo a trasmettere a chi vuol ascoltare. La mia bussola non mi dice dove sto andando, mi indica solo che la direzione è giusta, ed io la seguo, con fiducia, come una foglia segue il suo vento.
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Possiamo dimenticare ciò che ci piace, non ciò che ci sconvolge. Questo resta attaccato alle pareti del nostro intestino e diventa parte del nostro normale metabolismo.
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Forse la gente preferisce seguire la stupidità perché la stupidità rallenta, mentre l'intelligenza corre veloce e alla maggior parte della gente non piace correre.
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La nostalgia è il sale per i ricordi, più sprofondiamo in questa e più quelli assumono ancora il gusto della felicità trascorsa.
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Gli scheletri non sono nell'armadio. Noi siamo dentro la gabbia toracica dello scheletro che non abbiamo la voglia di seppellire.
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La delusione ha un senso simile all'abbandono. Quando qualcosa ci riempie fino all'orlo e poi a un tratto il vuoto, quello che avevi e con cui riuscivi a descrivere la sensazione di pieno ti viene a mancare, ed ecco: la delusione è la mancanza di ciò che prima riuscivi a definire e ora? Cos'è ora?
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Vorrei leggere in altri occhi quelle parole che ho nascosto nel cuore, di cui ho smarrito la traccia e la chiave da tempo, ma che in quei gli occhi, un giorno, io spero di ritrovare, d'improvviso.
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Aveva negli occhi il fragore delle maree che si sollevano sugli scogli a picco. Quella stessa inquieta voglia di superarsi, conscia di non poter andare oltre la propria natura.
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Per alcuni resteremo gli amori che non hanno voluto fino in fondo e a cui, nonostante questo, non sanno rassegnarsi.
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Puoi avere addosso quintali di corazza per proteggerti dal mondo, la vera infelicità è l'inquietudine che ti scorre dentro e a cui hai costruito la fortezza dal quale non potrà mai fuggire, se non demolendola demolendoti.