Frasi sull’Essere Viziato
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Frasi sull’Essere Viziato di Alfred Adler
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Le persone viziate non godono di buona fama; non ne hanno mai goduta. Ai genitori non piace essere accusati di aver viziato i loro figli. Ogni persona viziata si rifiuta di essere considerata tale.
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Viziare un bambino significa ostacolarlo nei progressi della crescita, trattandolo in modo inadeguato alla sua età e competenze.
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Quando i genitori fanno troppo per i figli, va a finire che i figli non faranno abbastanza per loro stessi.
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Un genitore che non si è mai scusato coi suoi figli è un mostro. Se si scusa sempre, i suoi figli sono dei mostri.
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Il bambino viziato viene sempre e incessantemente sostenuto a dispetto di tutto e di tutti. E’ un bambino a cui viene inviato un messaggio di questo tipo: “Qualunque cosa tu faccia, anche se non la approviamo, ti amiamo”.
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Essere viziati piace a tutti, ad alcuni però in modo particolare. Molte madri sanno solo viziare. Per fortuna molti figli si difendono con forza dall’essere viziati, con una forza che talvolta riesce a ridurre i danni che potrebbero venir arrecati.
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Prima il bambino sa di potersi fidare degli altri, prima impara a collaborare e prima sarà propenso a cooperare autonomamente e senza riserve. Se invece la madre lo vizia e lo esonera dalla cooperazione, agendo in vece sua, il bambino avrà uno sviluppo parassitario e si aspetterà tutto dagli altri.
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Non bisogna mai assecondare il piccolo e cedere a tutte le sue pretese. Un esempio tipico è quello delle mamme che hanno ripreso da poco il lavoro o dei papà che sentendosi in colpa per l’assenza, tendono a concedere tutto al piccolo pur di conquistare il suo affetto.
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Il difetto fondamentale nell’educazione dei figli è il credere che sia necessario isolarli e proteggerli dalle frustrazioni e dalle difficoltà della vita. Invece noi dovremmo aiutarli ad accettare le prove.
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L’essere stati esaltati nell’infanzia è un fardello pesantissimo. Quando un bambino è stato adorato, ogni critica e fallimento, ogni traccia di imperfezione è un’esperienza devastante.
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Ora appoggiandosi agli altri, ora assoggettandoli per il gusto di sopraffarli, il soggetto viziato prima o poi finisce per cozzare contro la resistenza di chi non accetta il suo stile di vita, in un mondo che esige solidarietà, cooperazione.
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Il bambino viziato, colpevolmente indotto ad amare solo se stesso, svilupperà numerosi tratti egoistici: invidia, gelosia, avidità e manifesterà, come se vivesse in un paese nemico, ostilità, ipersensibilità, intolleranza, incostanza, irascibilità. Anche la tendenza ad arretrare, a non osare, è un fenomeno abituale.
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Il mondo fittizio degli individui viziati, le loro prospettive, le loro opinioni e la loro concezione della vita sono molto lontani dal mondo reale. Questi soggetti sono praticamente incapaci ad adattarsi alle esigenze dell’evoluzione umana.
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La definizione di bambino viziato tende a colpevolizzare il bambino stesso, dimenticando che i suoi atteggiamenti sono sempre il riflesso e la conseguenza della situazione in cui vive.
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È impossibile non viziare un bambino nei primi quattro mesi di vita. Lasciare piangere un neonato non gli insegnerà a essere autonomo più di quanto il lasciargli un pannolino sporco riuscirà ad irrobustirgli la pelle.
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L’adulto non ha viziato il suo bambino quando gli ha ceduto; ma quando gli ha impedito di vivere e lo ha spinto verso deviazioni del suo naturale sviluppo.
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Il bambino viziato è una continua sofferenza per sé stesso e per la società. Lo si può vedere in treno a calpestare i piedi ai passeggeri, a gridare nei corridoi, a ignorare gli infelici genitori che lo supplicano di stare tranquillo, suppliche che ha imparato a ignorare già da molto tempo.
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Spesso il bambino viziato è figlio unico. Non avendo nessuno della sua età con cui giocare o con cui misurarsi, è portato naturalmente a identificarsi con i genitori: vuole fare ciò che anch’essi fanno. Dato che i genitori lo considerano un fenomeno vivente, incoraggiano la sua apparente precocità, pensando di perdere il suo amore se lo contrariano anche minimamente.
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E’ vero: come ripetono i pedagogisti alla moda e gli ex progressisti, siamo una generazione di padri permissivi che sta educando male una generazione di figli viziati. Ex progressisti e pedagogisti assicurano, inoltre, che noi, padri permissivi, siamo frutto d’una reazione confusa verso la nostra educazione autoritaria. Questo, al contrario, non è vero o, almeno, non sempre.
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Il segreto dell’educare sta nel non essere né autoritario né permissivo, ma nell’esercitare un’autorità affettuosa e tollerante; il fatto è, però, che in realtà nemmeno i pedagogosti e gli ex progressisti sanno come mettere in pratica questo segreto. E se lo sanno, peggio ancora. Non capisco che diavolo aspettino a dircelo. Nell’attesa noi, gli altri, facciamo quel che possiamo.
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