Frasi di Papa Francesco

Il denaro è il male del mondo, crea disuguaglianze.

Non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda.

Dobbiamo recuperare tutti il senso del dono, della gratuità, della solidarietà. Un capitalismo selvaggio ha insegnato la logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamento senza guardare alle persone… e i risultati li vediamo nella crisi che stiamo vivendo!

Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato.

Il denaro deve servire e non governare!

La religione ha il diritto di esprimere la sua opinione al servizio delle persone, tuttavia Dio ci ha creato liberi: è impossibile interferire spiritualmente nella vita delle persone.

La vecchiaia è la sede della sapienza della vita.

Anche la vergogna fa bene, perché ci fa più umili, e il sacerdote riceve con amore e con tenerezza questa confessione e in nome di Dio perdona.

La povertà teorica non ci serve. La povertà si impara toccando la carne di Cristo povero, negli umili, nei poveri, negli ammalati, nei bambini.

Se la Chiesa segue il suo Signore, esce da sé stessa, con coraggio e misericordia: non rimane chiusa nella propria autoreferenzialità.

Se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell’umiltà, cercalo nella povertà, cercalo dove Lui è nascosto: nei bisognosi, nei più bisognosi, nei malati, gli affamati, nei carcerati.

Così come è necessario il coraggio della felicità, ci vuole anche il coraggio della sobrietà.

La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi, le nostre critiche o la nostra indifferenza.

Le “pensioni d’oro” sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni.

Solo la fiducia in Dio può trasformare il dubbio in certezza, il male in bene, la notte in alba radiosa.

Nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto

Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio.

Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza.

Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia.

Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici.

Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete.

Chi parla male del prossimo è un ipocrita che non ha il coraggio di guardare i propri difetti.

La nostra luminosità non provenga da trucchi o effetti speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, con amore, con tenerezza.

La fede ci rende prossimi, ci fa prossimi della vita degli altri, ci avvicina alla vita degli altri. La fede suscita il nostro impegno con gli altri, la fede suscita la nostra solidarietà.

Il Vangelo invita prima di tutto a rispondere al Dio che ci ama e che ci salva, riconoscendolo negli altri e uscendo da sé stessi per cercare il bene di tutti.

Siate uomini e donne con gli altri e per gli altri, dei veri campioni nel servizio agli altri.

Solo chi serve con amore sa custodire!

Nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essereumano esprime e accresce la dignità della propria vita.

L’uomo non è un fattore economico in più, o un bene scartabile, ma qualcosa che ha una natura e una dignità non riducibili a semplici calcoli economici.

La dignitàumana è uguale per tutti gli esseri umani: quando calpesto quella dell’altro, calpesto anche la mia.

La dignità della personaumana e il bene comune stanno al di sopra della tranquillità di alcuni che non vogliono rinunciare ai loro privilegi.

Che non manchi il lavoro. E’ sorgente di dignità!

La dignità della persona non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto.

La natura ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi.

Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!

Non stancatevi di sottolineare con la parola e con le azioni che la presenza e la partecipazione degli anziani alla vitasociale è indispensabile per il buon cammino di un popolo.

Anziani e giovani sono la speranza dell’umanità. I primi apportano la saggezza dell’esperienza; i secondi ci aprono al futuro, impedendo di chiuderci in noi stessi.

È saggio non emarginare gli anziani dalla vitasociale per mantenere viva la memoria di un popolo.

La politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune.

La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze.