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Frasi sull’intolleranza

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Ho letto tempo fa che nel futuro gli uomini saranno tutti uguali. Ugualmente ricchi o ugualmente poveri?



In quanto uomini, siamo tutti uguali di fronte alla morte.




Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente.



L’intolleranza non produce che ipocriti o ribelli: quale funesta alternativa!


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La figlia del re, giocando con una delle sue cameriere, le guardò la mano, e dopo avervi contato le dita esclamò: “Come! Anche voi avete cinque dita come me?!”. E le ricontò per sincerarsene.




Nessuna qualità umana è più intollerabile nella vita ordinaria, né in fatti tollerata meno, che l’intolleranza.



Condanno con tutte le mie forze il regime degli Ayatollah. Hanno riportato la mia terra indietro di secoli, a un livello di inciviltà e intolleranza simili a quelli dei tempi di Maometto. Inciviltà contro cui Maometto si ribellava!



Non diventare così tollerante da tollerare l’intolleranza.



C’è qualcosa di sbagliato quando l’onestà porta uno straccio, e la furfanteria una veste; quando il debole mangia una crosta, mentre l’infame pasteggia nei banchetti.



Bisogna che lo spirito d’intolleranza sia poggiato su ben cattive ragioni, perché cerchi dappertutto i più vani pretesti.




Qualunque certezza tu abbia stai sicuro di questo: che tu sei terribilmente come gli altri.



Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.



I libri rappresentano un antidoto formidabile contro l’integralismo, l’intolleranza, il non voler vedere che non ci sono scorciatoie davanti a problemi complessi. Perché se l’eccesso di ideologie ha fatto i danni che ha fatto, l’alternativa non può essere l’ideologia del nulla, del vuoto, che rifiuta ogni valore e che tutto banalizza.



Non basta invocare e proclamare l’uguaglianza universale e la fratellanza che “deve” unire, senza distinzione, razze, culture, religioni. Così facendo si trascura una diversità di fatto che autorizza, concretamente, a fare come se tale diversità non esistesse.




L’asserzione che gli uomini sono oggettivamente eguali è talmente assurda, che non merita neppure di essere confutata. Invece, il concetto soggettivo dell’eguaglianza degli uomini è un fatto di gran momento, e che opera potentemente per determinare i mutamenti che subisce la società.



Un fascista è colui il cui desiderio di denaro o potere è combinato con una tale intolleranza verso altre razze, partiti, classi, religioni, culture, regioni o nazioni da renderlo spietato nell’uso dell’inganno e violenza per raggiungere il suo fine.



Non credo nell’uguaglianza delle persone. Nasciamo uguali, ma l’uguaglianza cessa dopo cinque minuti: dipende dalla ruvidezza del panno in cui siamo avvolti, dal colore della stanza in cui ci mettono, dalla qualità del latte che beviamo e dalla gentilezza della donna che ci prende in braccio.



Si vede ora quanto sia grande soggettivamente il valore del concetto dell’uguaglianza degli uomini, che oggettivamente è nullo. Esso è il mezzo comunemente usato, specialmente ai tempi nostri, per torre di mezzo un’aristocrazia e sostituirla con un’altra.


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Proprio perché non riesce più a detestare le altre religioni, perché le comprende, il cristianesimo è finito: manca sempre più di quella vitalità da cui procede l’intolleranza. E l’intolleranza era la sua ragione d’essere. Per sua disgrazia ha cessato di essere mostruoso.



Le differenze in termini di origini etniche, religiose e culturali sono aumentate. Il rischio che queste differenze si traducano in un fattore di esclusione è sempre presente ed è aggravato dal diffondersi di una retorica pubblica che non esita, anche in Italia, ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia.