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Frasi sull’innovazione

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Frasi sull’innovazione di Oscar Wilde, Steve Jobs, Nikola Tesla

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L’innovazione distingue un leader da un seguace.



L’ideale del progresso è sostituito dall’ideale dell’innovazione: non che sia meglio, basta solo che sia nuovo, anche se è peggiore di prima e in modo evidente.




Non esistono riforme indolori: ogni vera riforma mette fine a un privilegio.



Dato che lo scopo di un impresa è creare clienti, l’azienda ha due funzioni fondamentali: il marketing e l’innovazione. Il marketing e l’innovazione producono risultati: tutto il resto sono costi.


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Sono convinto che la politica abbia il dovere di approfondire la riflessione sul mondo di Internet e delle innovazioni, cercando nuovi criteri interpretativi e proponendosi di guardare al futuro con uno sguardo lungimirante.




Tutta la crescita dipende dall’attività. Non c’è sviluppo fisico o mentale senza sforzo, e lo sforzo significa lavoro.



Quando i riformatori coincidono con i riformati, ogni riforma naviga sempre in alto mare.



La libertà d’insegnamento e di opinione, nei libri e sulla stampa, sta alla base dello sviluppo sano e naturale di ogni popolo.



Alla Nasa il fallimento non è accettato come risultato. Da noi invece sì. Perché se le cose non falliscono, significa che non stai innovando abbastanza.



Chi non applica nuovi rimedi dev’essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande degli innovatori.




Quando un’innovazione è troppo difficile da introdurre è segno che non è punto necessaria.



La cosa più dura: tornar sempre a scoprire ciò che già si sa.



La presenza di lavoratori extracomunita­ri è una necessità per il nostro Paese. E se i migranti aiutano lo sviluppo della nostra economia, è indispensabile avere politiche per il loro inserimento.



Per me l’ambiente è il paradigma della crescita, dell’innovazione, degli investimenti. È il motore dello sviluppo, polemizzo con chi lo fa diventare l’impedimento.




Più leggo più mi sviluppo, più divento certo che non so niente.



L’odio può essere il massimo impedimento allo sviluppo della compassione e della felicità.



Sono orgoglioso di molte cose che non abbiamo fatto come delle cose che abbiamo fatto. L’innovazione sta nel dire no a mille cose.



Sono favorevole a qualsiasi tipo di teatro purché sia conoscenza di vita. La mia preferenza va al teatro della tradizione, ma quando è fatto bene. Il teatro di innovazione non sempre è comprensibile.


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La fiducia è l’istituzione invisibile che regge lo sviluppo economico.



Al tasso di sviluppo del progresso attuale è quasi impossibile immaginare che una qualsiasi caratteristica tecnica non possa venire raggiunta – se è possibile raggiungerla del tutto – entro i prossimi cento anni.



L’amore dell’uomo per l’innovazione non morirà mai. Ne sono convinto e ci credo appassionatamente.



Esistono precedenti a tutti i sistemi politici, salvo quello della eguaglianza dei sessi. Questa eguaglianza è la sola vera innovazione contemporanea, la sola innovazione integrale.



Rammaricarsi delle esperienze fatte, vuol dire arrestare il proprio sviluppo; negarle equivale a mettere una menzogna sulle labbra della nostra vita. Sarebbe come rinnegare l’anima.



Lo sviluppo progressivo dell’uomo è vitalmente dipendente dall’invenzione.



Le aziende che recintano i propri prodotti non fanno altro che ridurre la velocità dell’innovazione.



Io so che l’odio come l’ira hanno la loro funzione nello sviluppo della società, perché l’odio dà la forza e l’ira sprona al mutamento.



Compassione, amorevole gentilezza, altruismo, senso di fratellanza e sorellanza: queste sono le chiavi dello sviluppo umano, non solo nel futuro ma anche nel presente.



L’innovazione è tutto. Quando si è in prima linea si riesce a vedere quale sarà la prossima innovazione necessaria. Quando si è dietro, si devono spendere le energie per recuperare terreno.



Il voler tutto riformare è lo stesso che voler tutto distruggere.



La scelta di fare il prossimo G7 in Sicilia più che logistica è una scelta di politica culturale. Quale migliore terra della Sicilia che è la terra della bellezza, del volontariato, del medico Pietro Bartolo e dell’innovazione?



I riformisti cercano, mediante elemosine, di dividere e ingannare gli operai, di distoglierli dalla lotta di classe.



Dobbiamo pensare all’innovazione non quando é ormai inevitabile, ma quando é possibile.



Il progressivo sviluppo dell’uomo dipende dalle invenzioni. Esse sono il risultato più importante delle facoltà creative del cervello umano. Lo scopo ultimo di queste facoltà è il dominio completo della mente sul mondo materiale, il conseguimento della possibilità di incanalare le forze della natura così da soddisfare le esigenze umane.



Le forme primitive di intelligenza artificiale che abbiamo già sono state molto utili. Ma credo che lo sviluppo di un’intelligenza artificiale completa potrebbe mettere fine al genere umano.



L’Europa deve a questa pluralità di percorsi tutto il suo sviluppo progressivo e multiforme.



Anche chi, come me, si è formato con apparati tecnici molto pesanti, capisce che deve imparare a lavorare con mezzi più agili per arrivare a miniaturizzare lo sguardo. L’innovazione tecnologica ha cambiato l’approccio alla realtà, ci ha regalato uno sguardo fulmineo. Non possiamo non tenerne conto.



Un’eccessiva tutela impedisce la maturazione, quindi blocca anche lo sviluppo emotivo, la felicità.



Alla lunga, senza sviluppo economico, senza crescita, alza la testa il populismo, vengono messi in discussione i fondamenti stessi della democrazia.



Non direi che il mio lavoro possa essere definito rivoluzionario. Credo nell’ innovazione radicale, questo sì. Credo nel sogno di sradicare la poliomielite, di debellare la malaria e in altri obiettivi di progresso. Ma la parola rivoluzionario attiene ad altri ambiti. E comunque, io non sono neanche il primo filantropo. Penso a gente come Carnegie o Rockefeller: hanno inaugurato la tradizione della filantropia un secolo fa. Per fortuna questa tradizione sta crescendo. Io sto cercando di incoraggiarla, di coinvolgere più gente possibile.



L’innovatore è uno che fa le cose in modo diverso da quello in cui si sono sempre fatte. Ritengo di essere geneticamente, istintivamente un innovatore; ma l’innovatore incarna l’antitesi dell’establishment che giudica ingombrante, fastidioso, da mettere ai margini chiunque abbia il gusto e il pallino delle novità.