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Frasi sulla Discussione

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Frasi sulla Discussione di Plutarco, Oscar Wilde

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Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza.



Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza.




La discussione mette sullo stesso piano gli stolti e i saggi… e gli stolti lo sanno.



Ho la sensazione che la gente agisca sempre meno e parli sempre di più. Su qualunque questioncina ci si scontra, si discute, ma poi, quando c’è da spostare una sedia, non la sposta nessuno!


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Si può discutere con chi sa, si può discutere con chi non sa, ma il Buddha stesso non saprebbe discutere con chi crede di sapere




Chi è capace non discute, chi discute non è capace.



Molti sanno discutere, pochi conversare.



Ho imparato a rispettare le idee altrui, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare.



In genere la gente litiga perché non sa discutere.



Non perdere tempo a discutere con gli sciocchi e i chiacchieroni: la parola ce l’hanno tutti, il buonsenso solo pochi.




Spesso si discute su questioni di lana caprina – Rixatur de lana saepe caprina.



In una discussione la cosa difficile non è difendere la propria opinione, quanto piuttosto conoscerla.



Se ci intendessimo prima sul significato delle parole che si usano, la mag­gior parte delle discussioni non si farebbe.



I miei genitori hanno avuto una sola discussione in quarantacinque anni. È durata quarantatré anni




Discussione. Uno dei tanti metodi per confermare gli altri nei loro errori.



Si può osservare che nelle discussioni politiche, religiose o d’altra natura la gente non vuole affatto conoscere la realtà delle cose, ma solo essere confermata nei suoi pregiudizi: è di una fede, non della verità, che ha bisogno.



Non credo che alzare la voce aumenti il grado di verità di un’i­dea.



Il sapere e la ragione parlano; l’ignoranza e il torto urlano.


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Niente è più facile che vedere, alla fine di una discussione, i due avversa­ri fare a chi sragiona di più.



Non ci basta aver ragione, vogliamo poter dimostrare che gli altri hanno torto marcio.



Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone.



L’uomo comune ragiona. Il saggio tace. Il fesso discute.



Quando discuti con i tuoi inferiori, li convinci soltanto di una cosa: che sono intelligenti quanto te.



Nelle discussioni fatte per amore di sé stesse più guadagna chi è vinto, in ragione di quel ch’egli vi impara.



Discutendo, non è detto che si riesca a cambiare le opinioni altrui. Però qualche volta può succedere che cambiamo le nostre.



Lo scopo di una discussione o di un dibattito non deve essere la vittoria, ma il miglioramento.



Se non ti confronti, allora resti con l’unica ragione che hai per credere di avere sotto controllo le cose: ottimismo isterico



Non cerco di convincere di errore il mio avversario, ma di unirmi a lui in una verità più alta.



È bene strofinare e lucidare il nostro cervello contro quello di altri.



In materia di discussione, chiamo avversari onorevoli, quelli che non vogliono tanto «aver ragione» quanto migliorare la loro organizzazione mentale – che preferiscono la loro mente al loro amor proprio.



È facilissimo rintuzzare le argomentazioni di un avversario, ma contrapporne di migliori non è semplice e costa fatica.



Non stare dalla parte sbagliata in una discussione solo perché il tuo avversario si è messo dalla parte giusta.



Succede a volte che si discuta perché non si arriva a comprendere quello che vuole dimostrare il nostro interlocutore.



Discutevano di cose difficili e importanti, e nessuno di loro riusciva a convincere l’altro. Non concordavano su nulla e questo rendeva la loro discussione particolarmente interessante.



La cosa più importante in una discussione, quando si ha ragione, è lasciare aperta una via di uscita all’oppositore, in modo che possa schierarsi dalla tua parte senza perdere la faccia.



Dopo una discussione, il silenzio può significare l’accettazione o la continuazione dell’opposizione con altri mezzi.



Quando esordisci col dire a coloro con cui non sei d’accordo che essi non sono soltanto in errore ma nel peccato, quante possibilità di dialogo ti aspetti?



Colui che disputa non lotta per la verità, ma per imporre la propria tesi.



Non riesco a persuadermi che, per aver ragione, si debba a tutti i costi avere l’ultima parola.



Il povero Ambrosini diceva che certe diatribe possono esser risolte solo con l’atto fisico: il peto, il rutto e così via.