Frasi sulla Miseria
La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza.
La mendicante alla signora grassa e ricca: Per favore, non mangio da tre giorni. L'altra: Avessi io la tua forza di volontà!
La fameumana ha una voce meravigliosamente dolce e pura. Non v'è nulla di umano nella voce della fame.
Mia madre dice che il Terzo Mondo non tiene neanche la casa sgarrupata, e perciò non ci dobbiamo lagniare: il Terzo Mondo è molto più terzo di noi!
Colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
Caro GesùBambino, ti ringrazio per aver esaudito i miei desideri dell’anno scorso. Ti avevo chiesto di eliminare la fame nel mondo, e infatti quelli che avevano fame sono quasi tutti morti.
O tiranno signore de miseri mortali, o male, o persuasoreorribile di mali, Bisogno, e che non spezza tua indomita fierezza...
L'uomodestinato alla gloria non teme la povertà e la miseria perché sa che nella miseria il suo ingegno diverrà genio.
Un popolo affamato non ascolta ragioni, né gl'importa della giustizia e nessuna preghiera lo può convincere.
Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l'ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.
Nessuno è mai diventato ancor più povero per essersi, una volta nella vita, 'lasciato andare a briglia sciolta'.
In una parola, l'uomo sa di esseremiserabile: è dunque miserabile, poiché lo è; ma è ben grande, poiché lo sa.
Le persone che vanno in malora in grande stile non saltano mai i pasti. È il poverodiavolo che deve tirare la cinghia.
La miseria mi fa più paura che la solitudine, perché quella è umiliazione e degrado, e questa è soltanto noia o tristezza.
L'amore, il lavoro, la famiglia, la religione, l'arte, il patriottismo sono delle parole prive di senso per chi muore di fame.
Vanno, ignari di tutto, ove li portala fame, in terre ove altra gente è morta;come il pezzente cieco o vagabondoerra di porta in porta,essi così vanno di mondo in mondo.
Chiunque si guadagna sia pane, sia gemme con l'industria sua personale, e non è padrone di terre, non è se non parte di plebe; meno misera, non già meno serva.