-
Il miglior uso ed effetto della ragione e della riflessione, è distruggere o minorare nell'uomo la ragione e la riflessione, e l'uso e gli effetti loro.
-
Sopra ogni dolore d'ogni sventura si può riposare, fuorché sopra il pentimento. Nel pentimento non c'è riposo né pace, e perciò è la maggiore e la più acerba di tutte le disgrazie.
-
-
-
La speranza, cioè una scintilla, una goccia di lei, non abbandona l'uomo, neppur dopo accadutagli la disgrazia la più diametralmente contraria ad essa speranza, e la più decisiva.
-
A chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell'universo, conservata con danno e con morte di tutte le cose che lo compongono?
-
-
-
-
Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
-
-
-
Lo sventurato non bello, e maggiormente se vecchio, potrà esser compatito, ma difficilmente pianto. Così nelle tragedie, ne' poemi, ne' romanzi ec. come nella vita.
-
Ma perchè dare al sole,perchè reggere in vitachi poi di quella consolar convenga?Se la vita è sventura,perchè da noi si dura?
-
-
-
L'uomo nasce ricco di tutto, crescendo s'impoverisce, e giunto alla vecchiezza si trova quasi senza nulla. Ma siccome nessuna cosa si possiede realmente, così nulla si può perdere.
-
Tutto è follia in questo mondo, fuorché il folleggiare. Tutto è degno di riso, fuorché il ridersi di tutto. Tutto è vanità fuorché le belle illusioni e le dilettevoli frivolezze.
-
Lo sventurato non bello, e maggiormente se vecchio, potrà esser compatito, ma difficilmente pianto. Così nelle tragedie, ne' poemi, ne' romanzi ec. come nella vita.
-
-
Assai difficile mi pare a decidere se sia o più contrario ai primi principii della costumatezza il parlare di sé lungamente e per abito, o più raro un uomo esente da questo vizio.
-
Senza le illusioni non ci sarà quasi mai grandezza di pensieri, né forza, impeto e ardore d'animo, né grandiazioni che per lo più son pazzie.
-
Pochi possono esseregrandi (e nelle arti e nella poesia forse nessuno) se non sono dominati dalle illusioni.
-
Pare un assurdo, e pure è esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non v'è altro di reale, né altro di sostanza al mondo che le illusioni.
-
L’astuzia, la quale appartiene all’ingegno, è usata moltissime volte per supplire la scarsità di esso ingegno, e per vincere maggior copia del medesimo in altri.
-
Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose.
-
Un abitosilenzioso nella conversazione, allora piace ed è lodato, quando si conosce che la persona che tace ha quanto si richiede e ardimento e attitudine a parlare.
-
-
-
-
L'immaginazione in gran parte non si diversifica dalla ragione, che pel solo stile, o modo, dicendo le stesse cose.
-
Una cosa stimabile non può essere apprezzata degnamente se non da quelli che ne conoscono il valore.
-
-
La stima non è prezzo di ossequi: oltre che essa, non diversa in ciò dall'amicizia, è come un fiore, che pesto una volta gravemente, o appassito, mai più non ritorna.
-
Tutto è amor proprio nell'uomo e in qualunque vivente. Amabile non pare e non è se non quegli che lusinga o giova l'amor proprio altrui.
-
Tutti hanno provato il piacere o lo proveranno, ma niuno lo prova. Tutti hanno goduto o godranno, ma niuno gode.
-
Il sentimento della vendetta è così grato, che spesso si desidera d'essere ingiuriato per potersi vendicare, e non dico già solamente da un nemico abituale, ma da un indifferente, o anche, massime in certi momenti d'umor nero, da un amico.
-
Error grande, non meno che frequentissimo nella vita, credere gli uomini più astuti e più cattivi, e le azioni e gli andamenti loro più doppi, di quel che sono. Quasi non minore né meno comune che il suo contrario.
-
Chi ha perduto la speranza d'esser felice, non può pensare alla felicità degli altri, perché l'uomo non può cercarla che per rispetto alla propria. Non può dunque neppure interessarsi dell'altrui infelicità .
-
Tutto è amor proprio nell'uomo e in qualunque vivente. Amabile non pare e non è se non quegli che lusinga o giova l'amor proprio altrui.