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Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia.
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Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l’età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l’avvenire.
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Non è possibile vivere felicemente senza anche vivere saggiamente, bene e giustamente, né saggiamente, bene e giustamente senza anche vivere felicemente.
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Non bisogna rovinare il bene presente col desiderio di ciò che non si ha, ma occorre riflettere che anche ciò che si ha lo si è desiderato.
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Non fingere di essere saggio, ma sii saggio davvero: non abbiamo bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.
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Non è possibile vivere felicemente senza anche vivere saggiamente, bene e giustamente, né saggiamente e bene e giustamente senza anche vivere felicemente. A chi manchi ciò da cui deriva la possibilità di vivere saggiamente, bene, giustamente, manca anche la possibilità di una vita felice.
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Consideriamo una gran cosa l’indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto.
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Nelle discussioni fatte per amore di sé stesse più guadagna chi è vinto, in ragione di quel ch’egli vi impara.
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Lo smodato amore di ricchezze, se contro giustizia, è empio, e se con giustizia, è vergognoso; perché è condotta indecorosa risparmiare in modo sordido, anche se in conformità con la giustizia.
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In generale la giustizia è uguale per tutti, perché è utile nei rapporti sociali; ma in casi particolari, e a seconda dei luoghi e delle condizioni, risulta che la stessa cosa non è giusta per tutti.
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La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c’è, quando c’è lei non ci siamo noi.
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Ogni dolore è facile a disprezzare; quello che comporta sofferenza intensa dura poco tempo, e quello che perdura molto tempo nella carne comporta sofferenza temperata.
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Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri né naturali né necessari, ma nati solo da vana opinione.
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È preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.
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Non si deve invidiare nessuno; i buoni non meritano invidia; per quanto riguarda i cattivi, più hanno fortuna e più si rovinano.
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Non rovinare quello che hai desiderando ciò che non hai. Ricorda che ciò che ora hai un tempo era tra le cose che speravi di avere.
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La voce della carne è: non aver fame, non aver sete, non aver freddo. Chi ha queste cose può gareggiare in felicità anche con Zeus.
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Se in ogni circostanza non riferirai ogni tua azione al fine naturale, ma compirai scelte e rifiuti con secondi fini, le tue parole e le tue azioni non saranno tra loro coerenti.”
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Il giusto fondato sulla natura è l’espressione dell’utilità che consiste nel non recare né ricevere reciprocamente danno.
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L'uomo d'animo sincero vive soprattutto nella saggezza e nell'amicizia, l'una bene mortale, l'altra bene immortale.
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Facile a disprezzare è ogni dolore: giacché quello che ha intenso il travaglio, ha breve la durata, e quello che nella carne perdura, ha temperato il travaglio.
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Non farefilosofia per scherzo, ma sul serio; perché non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di esserlo veramente.
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Il saggio che si è adattato alle necessità sa meglio spartire con gli altri che prendere tutto per se; nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.
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L'ingiustizia non è di per sé un male, ma consiste nel timore che sorge dal sospetto di non poter sfuggire a coloro che sono stati preposti a punirlo.
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