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Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
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Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense.
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La gloria di colui che tutto move per l’universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove.
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Quel ch'ella par quando un poco sorride, non si po' dicer né tenere a mente, sì è novo miracolo e gentile.
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Ogni cosa che viene da Dio tende al perfezionamento del quale è capace. La capacità di perfezionamento nell’uomo è indefinita.
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Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza
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Quanti si tengono or lassù gran regi, che qui staranno come porci in brago, di sé lasciando orribili dispregi!
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Temer si dee di sole quelle cose c’hanno potenza di fare altrui male; de l’altre no, ché non son paurose.
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Or superbite, e via col viso altero, figliuoli d’Eva, e non chinate il volto sì che veggiate il vostro mal sentero!
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E chi per esser suo vicin soppresso spera eccellenza e sol per questo brama ch’el sia di sua grandezza in basso messo(superbia); è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch’è altri sormonti, onde s’attrista sì che’l contrario ama (invidia); ed è chi per ingiuria par ch’aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto e tal conviene che ‘l male altrui impronti (ira).
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«Figliuol mio,» disse ‘l maestro cortese, «quelli che muoion nell’ira di Dio tutti convegno qui d’ogni paese; e pronti sono a trapassar lo rio chè la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disìo.
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Fitti nel limo dicon: [gli iracondi] “Tristi fummo ne l’aere dolce che dal sol s’allegra, portando dentro accidïoso fummo: or ci attristiam ne la belletta negra”. Quest’inno si gorgoglian ne la strozza, ché dir nol posson con parola integra”.
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Fino a quel punto misera e partita da Dio anima fui [papa Adriano V], del tutto avara: or come vedi, qui ne son punita.
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Questi fuor cerchi, che non han coperchio piloso al capo, e papi e cardinali, in cui usa avarizia il suo soperchio.
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Maladetta sie tu, antica lupa, che piú che tutte l’altre bestie hai preda per la tua fame sanza fine cupa!
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Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m’era durata la notte ch’i’ passai con tanta pieta.
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Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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Siate, Cristiani, a muovervi più gravi; non siate come penna ad ogne vento, e non crediate ch'ogne acqua vi lavi.
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Ben non sare' io stato sì cortese mentre ch'io vissi, per lo grand disio de l'eccellenza ove mio core intese.
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Degli occhi suoi, come ch'ella li mova, escono spirti d'amore inflammati, che fèron gli occhi a qual che allor la guati, e passan sì che 'l cor ciascun ritrova.
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Assolver non si può chi non si pente,né pentere e volere insieme puossiper la contradizion che nol consente.
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