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Frasi sulla Tristezza

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Le nostre risate, i nostri litigi, le nostre promesse e poi? E poi il silenzio che diventa verità che lacera l'anima e spacca il cuore in mille pezzi.



La mancanza di qualcuno è una "stanchezza" incurabile.




La cosa che mi fa più male è non poterti vivere.


La tristezza è un sentimento che tutti abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita. La tristezza può essere provocata da una lotta, da una perdita, da un fallimento oppure semplicemente dalla noia. Può anche essere il prodotto di una reazione ai pensieri e alle emozioni più profonde. La tristezza è in parte un'emozione positiva o normale, poiché può servire come segnale di allarme che ci aiuta a prendere consapevolezza di qualcosa di importante. Tuttavia, quando dura troppo a lungo, la tristezza può diventare insidiosa e interferire con le nostre relazioni, il nostro lavoro o il nostro benessere generale. Ecco perché è importante affrontare la tristezza e imparare ad andare avanti.



Nulla è devastante come il senso di inutilità.


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La sconfitta peggiore è quella senza neanche onore al merito.




A volte è meno impegnativo cambiare lavoro, domicilio o città, piuttosto che guarire da un'ossessione sentimentale, quando più si cerca di andare avanti più ci si sente derisi dal destino.



C'è chi ha fatto il '68 e chi è reduce da un'esplosione privata del cuore.



L'incomprensione è uno dei dolori più grandi da sopportare.



C'è un grande mercato dove ognuno di noi può andare per portare lì le proprie difficoltà, dispiaceri, disgrazie. L'unica regola è che faccia cambio con quelle di qualcun altro. Chissà perché ognuno se ne torna a casa col proprio fardello senza aver fatto nessun baratto.



Che spreco d'amore innamorarsi di chi non ci ama abbastanza.




È nella periferia dei miei silenzi che amo fermarmi e pensare; il disastro del cuore racconta di rumorosi incroci senza segnali stradali, dove sovente si odono incidenti colposi, che io qui nascosto... non voglio sentire.



Il pianto, tutto ha inizio con un pianto, un pianto dolce a tratti armonico, desiderato, cercato, coltivato. Un pianto, quello di gioia, e anche quello della mamma che però nasconde un pizzico di dolore, di paura. Il suo, un pianto di confusione. Un pianto felice, protettivo che calma, e il pianto del padre le cui lacrime tremano, ma scivolano giù, su di un sorriso che abbraccia la vita. Pianto, con lui si ha un inizio, con lui si ha una fine, che sia di gioia o di dolore, che sia di paura o frustrazione, il pianto è la colonna sonora della nostra vita.



Ti ho chiesto di non andar via, mi hai risposto: sei andato via tante volte tu.



Quando perdi, solo in pochi si ricordano ancora di te.




Quando hai una bomba nel cuore non vedi l'ora che esploda, per far morire tutti.



Le nostre ferite sono spesso più profonde di quelle degli altri, o almeno, questa è la nostra pretesa.



Quando nel nostro cuore albergano sentimenti negativi, ne diventiamo prigionieri, alimentiamo rabbia e rancore, ci costruiamo intorno gabbie nelle quali ci rinchiudiamo, ci isoliamo e non comunichiamo più i nostri pensieri, i nostri disagi.



La verità è che siamo tutti delusi e senza fiducia verso il prossimo e stentiamo a lasciarci andare, alziamo muri di diffidenza per difenderci, perché il prezzo da pagare è alto quando si affida il cuore.


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Il tempo non cancella niente, ma la mente alla fine dimentica.



Quell'attimo che passa non tornerà mai più: fa nulla, dico con la testa, fa male, dice il mio cuore.



Ho osato troppo, ho avuto il coraggio di camminare nel vuoto senza rete, più volte sono rimasta sospesa nel vuoto, più volte sono riuscita a tornare sulla fune. Ora quella fune si è spezzata e sto precipitando, trascinando con me tutto il bene e tutto il male che sono.



Non capivo quelle parole, né capivo perché mi ferissero così tanto. Forse il fatto che fosse proprio lei a pronunciarle o forse perché rispecchiavano la verità con cui mi trovavo a convivere ogni giorno. Non sapevo se la verità facesse più male delle parole. In realtà sapevo, sapevo. Ed era proprio quella, la consapevolezza, che mi logorava. Quella consapevolezza che ti fa sentire sbagliato, fuori posto, inetto e ti lascia a mezz'aria con un'infinità di dubbi.



L'amavo perdutamente; non sono riuscita a salvarmi. Lui lo ha fatto.



Ci son giorni che non hai voglia di nulla. Lasci fare al caso, alla vita, che ti porti dove vuole, purché ti porti. Ti lasci trascinare, ti lasci spettinare, ti abbandoni, ti arrendi e ti lasci abbracciare, consolare. Perché non hai voglia di nulla, ma in realtà hai bisogno di tutto. Non provi emozioni, sensazioni, non senti voci, non senti suoni. Attendi l'immenso, stanca di lottare contro i fantasmi della tua esistenza. Vorresti essere presa per mano e trascinata via, non importa dove ne come, ma via, lontano, anche se solo per un'attimo, da questa vita che ti ha dato tutto, ma non ti ha lasciato nulla di cui avevi bisogno veramente.



Il tempo passa, fugge via veloce lasciando dietro di sé una scia di albe piene di speranza, tramonti pieni di tristezza, e notti piene di amarezza.



Lascia che il dolore scivoli su di te, come la neve sui rami di un salice.



Si è sempre un po' soli dentro. Un po' vuoti. Un po' persi. Un po' insoddisfatti. Un po' tristi.



La solitudine non è essere soli, ma è sentirsi solo, dovunque e con chiunque. La solitudine è la risposta al tumulto che hai nel cuore.



Nei giorni malinconici la pioggia è una triste alleata. Ogni goccia bisbiglia inquietudine.



Il viale dei pensieri è sempre il più lungo da percorrere e da superare.



È facile quando splende un sole caldo, trovare un angolo di fresco. Il difficile, è quando hai un grande freddo dentro, trovare un po' di calore che ti riscaldi il cuore.



E puoi fidarti di tutti, ma non ti devi fidare di nessuno, perché incontrerai sempre chi nella vita userà le tue confidenze come armi per ferirti e per farti del male.



Passerà anche questo brutto momento, esattamente come sono passati tutti gli altri, ne sono consapevole, non mi piace piangermi addosso. Ma non posso fare a meno di fermarmi e riflettere e chiedermi cosa resterà di me se, ogni volta, qualcosa si perde e si perde per sempre.



Ci sono periodi nei quali la vicinanza di chi ami diventa un privilegio. Sono momenti difficili in cui stenti a contrastare gli artigli della nostalgia e i graffi che lasciano sul cuore.



Non provo più niente. Sto diventando impassibile, non riesco più a sentire qualche emozione che mi provochi un brivido, un sorriso. È mortificante come sto buttando una vita così breve, ed è ancora più dolente sapere che non avrò un'altra possibilità, che sto sprecando la mia unica esistenza in questo corpo inadeguato, nei miei pensieri più futili e depressi ci passo momenti interminabili e lenti che mi fanno rendere conto che non c'è più tempo per uno sbaglio come me. Che sono come una macchia d'inchiostro su una camicia bianca, terribilmente fastidiosa. Tutti preferiscono non averla fra i piedi.



Quando tutto ti riesce difficile, quando ti sembra che il mondo per te sia solo un problema, quando credi che la vita ti condanni ad essere solo e infelice, capisci che anche nei tuoi momenti più bui, nessuno ti è accanto per consolarti.



Gridi sordi dell'amore frantumano il mio cuore. Il rumore di pietre gelide e secche che collassano. Si propaga una ultima eco nel deserto.



Lei era un puntino insignificante lì in quell'infinito bianco.



Sulla soglia del mio sguardo ho scoperto quanto sia difficile dimenticare la tua essenza.



Non fidarti quando ti dico che sto bene. Sto bene, è il modo più falso che ho per dirti che sono distrutta.