Frasi sulla Timidezza
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L’uomo è timido e sta troppo a scusarsi; non sta più saldo e diritto; non osa dire «io penso», «io sono», ma passa a citare qualche santo o qualche filosofo. Si vergogna di fronte a un filo d’erba o a una rosa che sboccia.
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Esser sicuri di sé stessi è senza fine preferibile ad esser timidi; ma la sicurezza vera e degna dell’uomo non è quella che dipende dalla cecità mentale o morale, o della presunzione; sibbene quella che proviene dalla timidezza superata e vinta.
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La sorte del timido non è felice. Gli uomini non lo possono soffrire, le donne lo disprezzano, e lui si disprezza e non si può soffrire.
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Un’impotenza immaginaria può diventare nei timidi una vera impotenza: nelle opere dello spirito come in quelle del corpo.
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Siamo tutti spettacolari. Siamo tutti timidi. Siamo tutti in grassetto. Siamo tutti eroi. Siamo tutti impotenti. Dipende solo dal giorno.
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Essere timidi è normale come avere gli occhi azzurri o gli occhi neri. Se in alcuni luoghi o in alcune circostanze, le società umane mostrano una forte intolleranza verso una certa caratteristica umana, la patologia sta in quel particolare gruppo umano, non in quella particolare variante dell’umanità.
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Tutti, in modo più o meno consapevole, sappiamo che la timidezza ha qualche cosa di raro e nobile in se stessa. Perché, altrimenti, così facilmente reclameremmo anche per noi tale condizione? Quasi tutti, meno probabilmente i veri timidi, sono pronti a dichiararsi timidi.
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Sorrise come soltanto i veri timidi sanno sorridere. Non era la risata facile dell’ottimista né il rapido sorriso tagliente dei testardi ostinati e dei malvagi. Non aveva niente a che fare col sorriso equilibrato, usato di proposito, del cortigiano o del politicante. Era il sorriso strano, inconsueto, che sorge dall’abisso profondo, buio, più profondo di un pozzo, profondo come una miniera profonda, che è dentro di loro.
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Se i timidi sono impressionabilissimi, se non credono di essere indifferenti a nessuno, se dovunque vedono testimoni intenti a spiare e a giudicare i loro atti e i loro pensieri, questo effetto è in gran parte dovuto a un’immaginazione vivace e incapace di sottoporsi alla realtà.
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Essere timidi può essere svantaggioso, è vero, ma […] è un fatto assolutamente normale, sano e, soprattutto, relativo alla cultura, al luogo e al tempo in cui ci si trova. Ciò che non è sano sta nell’intolleranza alla timidezza.
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La timidezza non è una malattia da curare o un handicap da superare con la forza di volontà e l’autoconvincimento razionale. La timidezza è una condizione umana, è una variante vulnerabile, fragile e preziosa dell’umanità.
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Per una natura timida, il controllo all’ingresso d’un teatro somiglia un po’ al tribunale degli Inferi.
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L’educazione deve saper discernere ciò che nella nativa timidezza di ogni uomo è qualità favorevole, da ciò che è pericoloso; e moltiplicare lo condizioni vantaggiose e combattere le funeste.
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Essere timido col pubblico è anche più stupido che esserlo con una donna. Ma educato hai da essere con l’uno e con l’altra, anche per dar loro fiducia.
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La timidezza non è che la conseguenza di un senso di inferiorità. Se potessi convincermi che le mie maniere sono del tutto disinvolte e garbate, non sarei timido
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Era un personalissimo miscuglio di timidezza, di ambiguità e – non vorrei dire di “seduzione da star” – ma sapeva esattamente che effetto faceva agli uomini.
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Ancor più che una reazione di difesa, la timidezza è una tecnica, indefinitamente perfezionata dalla megalomania degli incompresi.
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La timidezza ha una strana componente di narcisismo; la convinzione che il nostro aspetto, e il modo in cui ci comportiamo, siano davvero importanti per gli altri.
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Un ex-timido è spesso una persona più interessante di chi non lo è mai stato. Aver attraversato delle difficoltà è una straordinaria occasione per comprendere degli aspetti più profondi della vita che spesso passano inosservati ai più.
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Compiamo il nostro dovere per pigrizia e per timidezza e spesso tutto il merito va alla nostra virtù.
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La timidezza è quando distogli lo sguardo da una cosa che vuoi. La vergogna è quando distogli lo sguardo da una cosa che non vuoi.
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In realtà sono molto timido, passo un sacco di tempo da solo nella mia stanza a leggere, scrivere o guardare la televisione.
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Una donna, a vent’anni, può anche negarsi per timidezza o inesperienza; a trenta, solo per calcolo o frigidità.
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Le passioni ne generano spesso altre di segno opposto. L’avarizia talora produce la prodigalità e la prodigalità l’avarizia; spesso si è determinati per debolezza, e audaci per timidezza.