Frasi di William Shakespeare
-
Quand'anche foste casta come il ghiaccio, e pura come la neve, non sfuggireste per questo alla calunnia.
-
-
-
Noi siamo per gli dei quel che sono le mosche per un ragazzo capriccioso:ci uccidono per divertirsi.
-
-
Ho imparato che non posso esigere l’amore di nessuno. Posso solo dar loro buone ragioni per apprezzarmi ed aspettare che la vitafaccia il resto.
-
Sii sempre, e resta, fedele a te stesso; ne seguirà, come la notte al giorno, che non sarai sleale con nessuno.
-
-
-
-
Date un lieto benvenuto al destino che viene a castigarci; perché se ci facciam vedere lieti, lo castighiamo noi a nostra volta.
-
Vorrei che non esistesse quell'età tra i sedici anni e i ventitré o che la gioventù dormisse per tutto quell'intervallo; perché non c'è nient'altro in mezzo se non ingravidare le ragazze, offendere gli anziani, rubare ed azzuffarsi.
-
-
-
Poverinudi sventurati; o voi, Che ovunque siate soggiacete ai colpi Di questo temporaleinesorabile, Come potranno mai le vostre teste Senza riparo, i vostri fianchi scarni, I vostri stracci pieni di feritoie e di finestre Difendervi da simili intemperie? Oh, troppo poco me ne son curato. Eccoti, sfarzo, la tua medicina, Esponiti a provare ciò che provano i poveri, Così che possa scuoterti di dosso Ciò che è superfluo per donarlo a loro E dimostrare che il cielo è più giusto.
-
-
La coscienza, così, fa tutti vili, così il colore della decisione al riflesso del dubbio si corrompe e le imprese più alte e che più contano si disviano, perdono anche il nome dell’azione.
-
-
Vorrei che non esistesse quell'età tra i sedici anni e i ventitré o che la gioventù dormisse per tutto quell'intervallo; perché non c'è nient'altro in mezzo se non ingravidare le ragazze, offendere gli anziani, rubare ed azzuffarsi.
-
Gli unicorni possono essere indotti in inganno per mezzo degli alberi; gli orsi per mezzo degli specchi; gli elefanti per mezzo delle buche; i leoni per mezzo delle reti, e gli uomini, infine, per mezzo dell’adulazione.
-
La vita è un'ombra che cammina, un poveroattore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente.
-
-
-