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Frasi di Sigmund Freud

Frases de Sigmund Freud

È stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco.

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  • La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone. È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.


  • Sotto l’effetto dell’alcol l’adulto ritorna un bambino, che prova il piacere di pensare liberamente come vuole senza dover fareattenzione alla costrizione della logica.


  • Esistono due modi per essere felici in questa vita, uno è di diventare un idiota e l'altro è di esserlo.


  • Il futuro che ci mostra il sogno non è quello che accadrà, ma quello che vorremmo accadesse. La mentepopolare si comporta qui come fa generalmente: crede in ciò che desidera.


  • No, la nostra scienza non è un'illusione. Sarebbe invece un'illusionecredere di poter ricevere altronde ciò che essa non può darci.


  • Il medico dovrebbe essere opaco per i suoi pazienti e, al pari di uno specchio, mostrare loro null'altro che ciò che viene mostrato a lui.


  • Ogni scoperta viene fatta più di una volta e mai tutta quanta insieme; e, a parte questo, il successo non va di pari passo con il merito. L'America non ha preso il nome da Colombo.


  • Si può sognare una moltitudine di bevande; ma quando si ha veramente sete bisogna svegliarsi per bere.


  • Gli antichi consideravano i sogni non come qualcosa che nascesse nella mente del sognatore, ma come un’ispirazione di origine divina.


  • Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assurdità che le dottrinereligiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le contraddizioni vicendevoli, la sua debolezzaintellettuale non deve stupirci oltremodo.


  • Spesso la precocità sessuale corre parallela allo sviluppointellettuale precoce.


  • Se l'uomo distoglierà dall'aldilà le sue speranze e concentrerà sulla vita terrena tutte le forze rese così disponibili, riuscirà probabilmente a rendere la vita sopportabile per tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuni.


  • L'atto della nascita è la prima esperienza d'ansia e quindi la fonte e il prototipo della sensazione d'ansia.


  • Vi sembrerà poco bello o persino un paradosso, ma nondimeno va detto, che diventerà veramente libero e perciò anche felice nella vita amorosa solo colui che abbia superato il rispettodinanzi alla donna e che si sia abituato all'idea dell'incesto con la madre o con la sorella.


  • Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos'altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.


  • Se i venereologi dovessero ancora dipendere dalle dichiarazioni dei loro pazienti per ricollegare un'infezione iniziale dei genitali a un rapportosessuale, finirebbero con l'attribuire un grandissimo numero di sifilomi primari, in persone che si proclamano vergini, al fatto di aver preso il raffreddore, e i ginecologi non troverebbero difficoltà a confermare il miracolo della partenogenesi tra le loro clienti nubili.


  • L'astinenza completa nel giovane spesso non è la migliore preparazione al matrimonio. Le donne sentono questo, e tra i loro corteggiatori preferiscono coloro che hanno già dato prova della loro virilità con altre donne.


  • Nel tempo il valore della transitorietà è il valore della rarità. La limitazione nella possibilità di un godimento aumenta il valore del godimento.


  • Il mito del re Edipo, che uccise suo padre e sposò sua madre, rivela, con una piccola modificazione, il desiderio infantile, che più tardi viene rifiutato dalla lotta contro l'incesto. L'Amleto di Shakespeare è ugualmente incentrato nel complesso dell'incesto, ma sotto un profilo psicologico migliore.


  • In ognuno di noi, attraverso tutta la vita la libido normalmente oscilla tra l'oggetto maschile e quello femminile.


  • La deflorazione non ha la sola conseguenza incivilita di legare durevolmente la donna all'uomo; essa scatena anche una reazione arcaica di ostilità verso l'uomo.


  • L'atto della nascita è la prima esperienza d'ansia e quindi la fonte e il prototipo della sensazione d'ansia.


  • Alla coscienza di colpa del nevrotico ossessivo corrisponde la confessione da parte dei fedeli, di saper d'essere nel fondo del loro cuore malvagipeccatori; e un valore di norme difensive o protettive sembrano avere i pii esercizi (preghiere, invocazioni, ecc.) con i quali essi iniziano ogni attività giornaliera e specialmente qualunque impresa inconsueta.


  • La nostra più personale esperienza quotidiana ci fa costatare l'esistenza tanto di idee improvvise di cui non conosciamo l'origine quanto di risultati intellettuali la cui elaborazione ci è rimasta oscura. Tutti questi atti coscienti restano slegati e incomprensibili se ci ostiniamo a pretendere che ogni atto psichico che compare in noi debba essere sperimentato dalla coscienza.


  • Come possiamo arrivare a conoscere l'inconscio? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio.


  • Chi ha occhi per vedere e orecchi per ascoltare arriva presto a convincersi che nessun individuo è capace di custodire fino in fondo un segreto. Se le sue labbra tacciono, sarà il tamburellare delle dita a tradirlo: il tradimento gli trasuda da tutti i pori. In sostanza il compito di fare affiorare alla coscienza i contenuti dei recessi più segreti della mente è assolutamente realizzabile.


  • La distinzione dello psichico in ciò che è cosciente e ciò che è inconscio è il presupposto fondamentale della psicoanalisi.


  • Il medico dovrebbe essere opaco per i suoi pazienti e, al pari di uno specchio, mostrare loro null'altro che ciò che viene mostrato a lui.


  • Quando l’autore del lapsus dice qualcosa in proposito che a Lei va bene, egli diventa la massima autorità in merito. “Lo dice lui stesso!”. Ma quando ciò che dice non le va a genio, tutt’a un tratto ritiene che costui non valga nulla e che non gli si debba credere.


  • Per quanto possa essereaffascinante, la verosimiglianza non ci garantisce dall'errore; seppure tutti gli elementi di un problema sembrano combaciare l'uno all'altro, come i pezzi di un incastro, bisogna pensare che il verosimile non necessariamente è il vero e che la verità non sempre è verosimile.