Frasi sulle crisi
Mai come oggi si è acutizzata la crisi del carattere. C’è attorno, nella gioventù moderna, un’aria di conformismo livellatore e di incoscienza festaiola da asfissiare. Bisogna formare uomini di carattere.
La crisi non è finita. E’ come vivere in un videogame, compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti rilassi e subito spunta un altro mostro più forte del primo
Entra in crisi la democrazia, perché essa, intendo la democrazia quantitativa moderna, è stata pensata supponendo che ci fossero dei valori stabili, fissi, condivisi da tutti.
– Signore, tutto bene? Che cosa è successo?– Mi sono perso.– E si è sdraiato in mezzo alla strada?– Non mi sono perso in quel senso. Metaforicamente. Crisi esistenziale.
Dalla crisi economica si possono trarre riflessioni su mestieri che finiscono, ma le opportunità esistono sempre. Mio nonno ha creato un gruppo nonostante due guerre mondiali.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Sono convinta che la crisi di credibilità della classe politica potrebbe essere superata con una maggiore presenza delle donne, che hanno più moralità e più concretezza.
Basti ricordare le crisi commerciali, che nei loro ritorni periodici sempre più minacciosamente mettono in forse l’esistenza di tutta la società borghese.
Non c’è destra e non c’è sinistra. C’è la verità e c’è l’ipocrisia. Guardate la Bibbia: non sentite mai parlare di destra o di sinistra. Altri potranno avere idee diverse sulle cose ma io no, perché non sono tanto acuto. Detesto prendere la gente a bibbiate sulla testa ma è il solo strumento che conosco, l’unica cosa che rimane certa.
La crisi è figlia delle asimmetrie dell’unione monetaria. E l’establishment politico europeo sorretto da popolari e socialisti con l’austerità ha peggiorato la situazione. Per cosa, poi? Per salvare le banche che avevano titoli di Stato dei paesi altamente indebitati.
La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
6. L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni.
Dobbiamo recuperare tutti il senso del dono, della gratuità, della solidarietà. Un capitalismo selvaggio ha insegnato la logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamento senza guardare alle persone… e i risultati li vediamo nella crisi che stiamo vivendo!
Non aspettate che la crisi passi per essere felici. Siate felici per far passare la crisi. La crisi è un risultato della depressione interiore di ognuno, della mancanza di vitalità, dell’abitudine al negativismo, alla lamentela, alle basse frequenze. Tutto ciò che percepiamo come esterno è un riflesso di ciò che cristallizziamo dentro di noi e nel quale poi ci identifichiamo.
Il mio paese è nella morsa di una grave crisi economica. Questo sta causando conseguenze drammatiche per l’esistenza stessa delle famiglie polacche. Una crisi economica permanente in Polonia può anche avere gravi ripercussioni per l’Europa. Così, la Polonia dovrebbe essere aiutata, e merita aiuto.
Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza.
Anche in mezzo a grandi crisi, il «mercato» non ha risposte al problema principale che il XXI secolo ha di fronte: una crescita economica illimitata e sempre più hi-tech alla ricerca di profitti insostenibili produce una ricchezza globale, certo, ma a scapito di un fattore della produzione, il lavoro umano, che diventa sempre più superfluo e delle risorse naturali del pianeta.