Frasi di Vittorino Andreoli

In Italia il quattordici per cento della popolazione soffre di depressione clinica.

L’intransigenza è pensiero violento perché contiene la voglia di eliminare.

Io non so se il tempo presente ci ha donato grandi benefici, di sicuro ha inventato un sacco di paure.

È bellissimo educare, significa tirare fuori e non imporre, come spesso si crede.

La paura è un meccanismo di difesa che ci permette di avere coscienza di un pericolo e quindi di mettere in atto risposte per evitarne le conseguenze.

Il denaro ha la forza per sconvolgere tutti i princìpi, forse persino quelli biologici, impressi dentro la nostra carne.

Ogni uomo nasce buono: a renderlo cattivo ci pensano poi l’esperienza e l’educazione.

Il matrimonio è sacro perché al suo interno ammette il mistero della vita.

Non so se mettevamo in manicomio la vita o la morte; forse è la morte che ho curato, era la morte che in manicomio sopravviveva.

L’invidioso non ha un Io forte, ben strutturato, ma si appoggia sempre a un Io gregario.

La depressione è un male di vivere talmente penetrante che il pensiero della morte diventa un balsamo, una consolazione.

La nostra immaginazione sa creare terribili mostri.

Nelle variazioni che intervengono nell’arco della vita esiste una sorta di accordo tra desideri e possibilità di realizzarli, una sintonia che riduce le frustrazioni.

Dentro il nostro mondo, esserecondannato significa condannarsi, e non c’è nessun altro boia, se non se stessi.

Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, confronti frustranti con i coetanei e bocciature, è un sistema raffinato di tortura. E va contro non solo ai principi di libertà, ma a tutte le odierne concezioni psicologiche e sociali in tema di educazione.

Le persone che stanno con voi in casa hanno bisogno di attenzione, non datela mai per scontata, vanno seguite, ascoltate: questo è rispettoumano.

La società dell’inutile trionfa alla fine di un processo folle che ha spinto l’industria a produrre beni superflui, come se lo scopo dell’uomo non fosse di essere e vivere in una società giusta, bensì quello di apparire; ed è proprio su questa esigenza che si fonda il grande dogma della contemporaneità: si ha successo se si appare.

A contestare il manicomio furono le persone che non lo abitavano, mentre i matti lo difesero.