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Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un’alba o un tramonto.
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Oggi tutto è diventato come il caffè in polvere: istantaneo, e con ciò niente è più veramente particolare o prezioso.
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Il divino è ciò in cui gli opposti coesistono: tutto e il contrario di tutto; la bellezza e l’orrore; l’odio e l’amore. È tutto lì. Non c’è dualità.
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Non occorre andare a cercare lo straordinario quando l’ordinario ha in sé tanto di sorprendente. Di divino.
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Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po’ di divertimento.
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Trovo che vi sia una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola “felice”, ed è contento, accontentarsi: uno che si accontenta è un uomo felice.
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Che cos’è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l’idea che scomparirà in quell’attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un’ossessione.
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Quel che mi è sempre piaciuto del buddhismo è la sua tolleranza, l’assenza del peccato, la mancanza di quel peso sordo che noi occidentali, invece, ci portiamo sempre dietro e che è in fondo la colla della nostra civiltà: il senso di colpa.
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Nei paesi buddhisti niente è mai terribilmente riprovevole, nessuno ti rinfaccia mai qualcosa, nessuno ti fa mai una predica o cerca di darti una lezione. Per questo sono piacevolissimi e fanno sentire a loro agio tanti giovani viaggiatori occidentali, in cerca appunto di libertà.
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L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell'Himalaya... È dentro di noi!
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Ognuno deve cercare a modo suo, ognuno deve fare il proprio cammino, perché uno stesso posto può significare cosediverse a seconda di chi lo visita.
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Le ideologie, così come le religioni – specie quella cristiana – hanno esaurito la loro carica vitale, sono ridotte a liturgia, vivono solo nelle espressioni più settarie e marginali.
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Non bisognerebbe mai tornare nel proprio passato, né cercare di ripetere oggi quel momento di gioia che già siamo stati fortunati d’avere avuto ieri.
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C’è un attimo che passa continuamente per diventarepassato, e c’è un attimo che contiene il passato e quindi il futuro.
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La vita? È una serie di piccoli passi. Solo facendone uno alla volta, coscientemente, si può sperare di mantenerne il controllo.
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Il processo di pace aveva reintrodotto quella logica dell’economia di mercato che non conosce princìpi tranne quello del profitto.
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Tu vendi il tuo tempo, le tue giornate, per cui lo stipendio che ti danno è una sorta di ricompensa perché ti hanno rubato qualcosa.
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Quello di cui hai paura è la paura e non gli aerei. Se vuoi non aver paura, devi volare. Siediti su un aereo convinto che niente succederà, e niente succederà.
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Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.
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C’è un dentro che non è da nessuna parte, come il silenzio, come l’aldilà. Dov’è l’aldilà? Se tu fossi un pesce riflessivo e portato alla metafisica, diresti: ’Ci deve pur essere qualcosa al di là dell’acqua’. Ecco: il dentro è da quelle parti.
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I punti di vista. Il sole visto dalla terra sembra sorgere e tramontare, ma il sole visto da sé non sorge né tramonta ed è sempre fiammante e infuocato. Così il corpo: dal punto di vista dell’Io sembra nascere e morire, ma dal punto di vista della coscienza?
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'Io chi sono?' La risposta sta nel porsi la domanda, nel rendersi conto che io non sono il mio corpo, non sono quello che faccio, non sono quello che posseggo, non sono i rapporti che ho, non sono neppure i miei pensieri, non le mie esperienze, non quell'Io a cui teniamo così tanto. La risposta è senza parole. È nell'immergersi silenzioso dell'Io nel Sé.
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Uno non ha bisogno di credere alle previsioni del tempo per uscire di casa con l’ombrello in una giornata nuvolosa. La pioggia è una possibilità, l’ombrello una precauzione.