Frasi sulla rivalità
La Nazionale è fatta con i migliori giocatori. Capita che su cinque bravi giochino solo uno o due, la rivalità c’è ed è la base per ottenere il meglio dai propri giocatori. Poi è l’allenatore a scegliere secondo il determinato momento.
Mio nonno mi disse una volta che ci sono due tipi di persone: quelli che fanno il lavoro e quelli che si prendono il merito. Mi disse di cercare di essere nel primo gruppo; ci sarà sempre molta meno competizione.
Le Olimpiadi sono una metafora meravigliosa della cooperazione mondiale: è il tipo di competizione internazionale che è sana e in buona salute; un gioco tra i paesi che rappresenta il meglio di ognuno di noi.
Ho un grande rispetto dell’avversario al punto da tremare come una foglia prima dell’inizio di ogni competizione. Quando mancano dieci minuti all’incontro, mi sembra di ritornare all’esame di maturità. Provo la stessa angoscia.
Qualcuno dice di provare senso di libertà o cose del genere. Ma io la cosa che più amo è il senso della competizione, l’aspetto fisico della corsa.
Bisogna far sì che chi ama non si senta mai sicuro nel suo amore per mancanza di rivali: senza sospetti e gelosie l’amore non dura a lungo.
Fare la modella è un lavoro duro, le tue colleghe sono le tue rivali, rovina davvero il tuo modo di vedere le altre ragazze.
In passato l’amicizia tra donne era viziata, sia causa delle restrizioni sociali che subivano, sia a causa di una rivalità che c’era tra loro nella ricerca del “maschio alfa”. Oggi non c’è più questo antagonismo: se c’è della rivalità è piuttosto nel campo del lavoro.
Rivalità, interessi economici, desiderio di aprire nuove vie ai mercanti dei propri paesi, tutto questo è esistito nelle crociate, ma in un’epoca successiva e senza fare parte dello spirito originario, di cui peraltro qualche cosa si è sempre conservato.
Con Martina (Navratilova) ci siamo spinte a vicenda a dare sempre il massimo di noi stesse, e alla fine credo che la nostra rivalità ci ha portato a raggiungere più vittorie di quante potevamo ottenere se ognuna di noi avesse giocato in epoche diverse.
[L’Italia] Ha sempre odiato i giovani, ma oggi lo fa in modo orribile perché la classe dirigente si sente immortale e sentendosi eternamente giovane si mette in competizione con chi giovane lo è veramente. C’è una forte ostilità generazionale.
Credo nei liberi mercati, nella competizione tra operatori. Credo nella società aperta e vedo un mondo ormai interconnesso. Da quando è caduto l’impero sovietico e la Cina si è mossa sulla via della liberalizzazione, il pianeta si è aperto e penso che sia decisivo avere buon senso, analizzare i problemi e non coltivare dottrine.