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Frasi sulla Rassegnazione

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Seneca, alla domanda. Qual è il miglior conforto nell'afflizione e nel dolore? risponde: Che l'uomo accolga ogni cosa come se l'avesse richiesta e desiderata.



Tutte le discipline si influenzano a vicenda. Erroneamente l'uomo dice: Questo è l'unico caso dove lascio perdere. Non è vero. Ogni abbandonoinfluenza il resto. Non pensare in questo modo è ingenuo.




Gli uomini avevano rinunciato per sempre a una felicità condivisa, le donne condividevano anche ciò che non avevano e non avrebbero mai avuto.



Esseredisgraziati è da tutti; non abbiosciarsi, saper sopportare con rassegnazione, pentirsi e riparare, è da pochi; è da buoni e forti!


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Dedicato a chi capiscequando il gioco finiscee non si butta giù.




Figli di un'isterica passionela rassegnazione è ciò che resterà.



Le cose belle non hanno momenti precisi; le cose belle accadono quando ci iniziamo a rassegnare, quando meno ce lo aspettiamo.



Investiresoldi nell'industria cinematografica sta diventando una scommessa senza speranza contro l'apatia del pubblico.



Devi accettare il fatto che, se scivoli - e può succedere - non puoi fermarti e rassegnarti.



Il miglior modo per garantire un fallimento è quello di rinunciare.




Perde davvero solo chi resta seduto a guardare.



Prima di gettare la spugna, strizzala!



Quando si è trattato e si tratta di Napoli, nessun dio finora ha mai fatto niente.



Amare non è un dovere. Quando lo diventa, non è più amore: è rassegnazione.




Lottare significa esistere, rassegnarsi è come morire!



Non capirsi è un sintomo. Rinunciare a capirsi è una malattia.



La rassegnazione è l'odore del cadavere, solo a un corpo decomposto si può chiedere di pazientare o di fregarsene.



Vedo... osservo spesso nella gente una rassegnazione che mi spaventa.


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Non bisogna vergognarsi di fallire, ma non tentare nemmeno è spregevole.



L’unico loro desiderio non era rassegnarsi, ma poter smettere di sperare. Perché la speranza uccide più lentamente.



Se non ho acquisito saggezza, quanto meno ho imparato l’utilissima arte della rassegnazione.



La rassegnazione è la vittoria degli opportunisti.



Il distacco e la rassegnazione possono essere tutt’al più il fine della consapevolezza, non il mezzo per evitarla.



Non sono così vanesio da credere che il mio contributo possa cambiare qualcosa.



Al liceo ero famoso per essere quello che si rassegnava subito.



Uno può mancare il bersaglio mirando troppo in alto, così come troppo in basso.



Chi non può picchiare l'asino, picchia il basto.



Devi prendere l'amaro con l'acido.



Dall'abito della rassegnazione sempre nasce noncuranza, negligenza, indolenza, inattività, e quasi immobilità.



La rassegnazione è un suicidio quotidiano.



Quando si vuole riuscire simpatici in società, bisogna rassegnarsi a lasciarsi insegnare molte cose da gente che le ignora.



Sembra che mai nulla si decida ad andare per il verso giusto finché siamo anche soltanto un poco rassegnati.



È finita e non c'è più nulla da fare, e questa è già una consolazione, come dicono in Turchia quando tagliano la testa dell'uomosbagliato.



La rassegnazione sta al coraggio come il ferro sta all'acciaio.



Io non sono fatalista. E se anche lo fossi, che cosa potrei farci?



Quelli che passano la vita facendo rivoluzioni a metà non fanno altro che scavarsi la fossa.



Ciò che non può essere curato, deve essere sopportato.



Non c’è pace esente da grida di dolore, non c’è perdono senza sangue sparso sul terreno, non c’è accettazione che non nasca da una perdita.



Io, quando so di poter cambiare le cose, divento attiva come un ciclone. E, quasi sempre, riesco a cambiarle. Ma, quando so di non poterci far nulla, mi rassegno.



Il dolore, in chi manca di pane, è più rassegnato.