Frasi sull'Eloquenza

Un intellettuale è un uomo che usa più parole del necessario per dire più di quanto sappia.

L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole.

«Scrittura forbita» non significa scrittura ornata in modo gratuito; significa scrittura pulita, chiara, massimamente rispettosa.

Parlare bene ed eloquentemente è una gran bella arte, ma è parimenti grande quella di conoscere il momento giusto in cui smettere.

Ai più deboli non conviene un parlare ardito.

La vera ed autentica eloquenza non è ampollosa né gonfia, nasce invece dalla semplicità.

Quando una persona dice 'teoricamente', in realtà intende dire 'no'.

La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto.

L'eloquenza è il potere di tradurre la verità in un linguaggio perfettamente intelligibile alla persona alla quale stai parlando.

Vi è un'arte del silenzio che vale quanto l'eloquenza.

Se la verità fosse evidente, l'eloquenza sarebbe inutile.

Quando l'oro parla, l'eloquenza è senza forza.

Dei nostri conflitti con gli altri noi facciamo retorica; dei nostri conflitti con noi stessi noi facciamo poesia.

Nell'oratoria la più grande arte è nascondere l'arte.

Regola sicura: quando un matematico o un filosofo scrivono cose nebbiosamente profonde, enunciano delle assurdità.

Tutti i grandioratori furono all'inizio dei pessimi parlatori.

La vera eloquenza consiste nel dire il necessario e soltanto il necessario.

Preferisco esprimermi in questo modo: è meglio che mi riprendano i grammatici anziché non mi comprenda la gente.

Fra due spiegazioni scegli la più chiara. Fra due forme la più elementare. Fra due parole la più breve.

Talora non è meno eloquente il tacere del parlare.

Un silenzio ben pianificato ha più eloquenza di un discorso.

Solo i grandimaestri di stile sanno essere oscuri.

La dotta conversazione è o l'affettazione dell'ignorante o la professione del disoccupato mentale.

In Italia prevalse la retorica, la cui prima regola è l'orrore del particolare e la vaga generalità.

La retorica altrui e l’avversione che suscita ci servono a trovare la strada per uscire dalla nostra.

Trasformare l'argomentazione più debole nella più forte.

L'aggettivo è la buccia di banana delle parti del discorso.

Noi irlandesi siamo troppo poetici per essere dei poeti, siamo una nazione di brillanti falliti, ma siamo i più grandioratori sin dal tempo dei Greci.

Chi scrive deve ricordare sempre: tutto quello che non è indispensabile, è DANNOSO. Non irrilevante, o inutile. Proprio dannoso, nocivo, controproducente.

Non è la bellezza, per così dire, e nemmeno la capacità di fare buona conversazione. È solo così. Alcune donne restano nella memoria di un uomo se solo passano una volta lungo la strada.

La conversazione e l'eloquenza non sono la stessa cosa: parlare e parlare bene sono due cosediverse. Uno sciocco può conversare, ma un saggio parla.

Quando un matematico o un filosofo scrivono con nebbiosa profondità, dicono qualche sciocchezza: su questo non c'è pericolo di sbagliare.

Le armi facciano posto alla toga, il trionfomilitare all'eloquenza.

Sono la passione e la fantasia che ci rendono eloquenti.

Credere che si possa rinnovare la letteratura con artifizi formali è antica illusione di retori.

Sia come sia quello che pensi, io credo che sia meglio dirlo con buone parole.

Una povera idea ben scritta è più facile che venga accettata di una buona idea scritta poveramente.

Le parole praticavano più l’arte di nascondere che l’arte di svelare.

Le parole fanno colpo su di me. Se un uomo sa parlare bene e piacevolmente, io mi sciolgo sul pavimento.

Un gergo accademico è perfezionato quando i suoi termini sono difficili da capire e si riferiscono solo gli uni agli altri.