Frasi sull'Astuzia
Ho imparato che bisogna accettare il primo lavoro che capita nel settore in cui si vuole lavorare. Non importa il mestiere in sé, l'importante è entrare nel circuito.
L’infernoitaliano è popolato di maldestri peccatori che al rifiuto del concetto di colpa e di peccato uniscono la capacità di ridere dei guai in cui si trovano. E poiché il Diavolo laggiù è il padrone, ne deriva la necessità di imbrogliarlo. La nostra commedia è tutta qui.
È probabile che Hollywood non abbia torto nel rappresentare gli alieni come carnivori. Non solo è un modo per garantire incassi migliori al botteghino, ma contiene anche un elemento di verità . Di solito, i predatori sono più in gamba delle loro prede. I predatori devono usare l’astuzia per fareprogetti, appostarsi, nascondersi e tendere agguati alle prede.
L'astuzia del contadino ebbe la meglio sull'astuzia del ricco, che non ha bisogno di questa dote per vivere.
Un esercito senza equipaggiamento è perduto. Senza grano e cibo è perduto. Senza rifornimenti è perduto. Perciò, se non conosci i piani dei sovrani vicini, non puoi stringere alleanze con loro. Se non conosci la forma delle montagne e delle foreste, dei burroni e delle gole, delle paludi e degli acquitrini, non puoi mobilitare l’esercito. Se non ricorri alle guide locali, non puoi sfruttare il vantaggio del terreno. E così, nelle operazioni militari ci si basa sull’astuzia, si agisce a seconda delle circostanze, si operano trasformazioni dividendo e unendo.
Il fareuso ordinario di astuzie è segno di piccolezza di mente, e accade quasi sempre che chi se ne serve per coprirsi da un lato si scopre dall'altro.
Passa un giorno, passa l'altro mai non torna il nostro Anselmo, perché egli era molto scaltro andò in guerra e mise l'elmo.
Il metodo col quale Bonaparte si fece padrone della Francia è caratteristico dell'uomo e del suo tempo. Egli rovesciò la costituzione con l'astuzia e con la violenza.
[parlando dei siciliani]Si può spogliarli, ma mai rovinarli e infatti un cattivo governo può impoverirli, ma non farli morire di fame.
- Lello: Sii astuto come un cervo.- Necchi: Che bischerate tu dici? Il cervo non è astuto. Semmai, astuto come una volpe.- Lello: Sì, ma la volpe 'un c'ha mica le corna.
Non manifestare l'inganno, sebbene oggi sia impossibilevivere senza. Fa' sì che la tua più grande astuzia consista nel nascondere ciò che suona come astuzia.
Le donne sono false nel paese in cui gli uomini sono tiranni. Dovunque la violenza produce l'astuzia.
Secondo un antica leggenda, l'indiano Sissa, inventore degli scacchi, rispose al suo re che compiaciuto gli aveva chiesto quale ricompensa desiderasse: "Mi accontento di poco, sire; desidero avere un chicco di grano per il primo quadrato della scacchiera, due chicchi per il secondo, quattro chicchi per il terzo, otto per il quarto e così via fino al sessantaquattresimo quadrato della scacchiera". Il re giudicò modesta la sua richiesta e diede ordine di accontentarlo, ma rimase sbalordito quando il ministro del Tesoro gli comunicò che non sarebbero stati sufficienti tutti i granai del mondo per soddisfare Sissa! I chicchi richiesti sono infatti : 1+2+2^2+2^3+2^4+2^5+2^6+............2^63= =18.446.744.073.709.551.615 (oltre diciotto miliardi di miliardi).
Nel secolo VI a.C., un mercante greco di schiavi partì per Efeso con tutti i propri averi. Gli schiavi che lo accompagnavano dovevano trasportare le masserizie: chi il letto, chi le tende, e così via. Uno di essi corse subito a prendere il sacco del pane, che era il più pesante, e tutti risero di lui. Ma si accorsero ben presto che la scelta era stata fatta con molta astuzia: infatti il carico del pane diminuì di giorno in giorno, fino a che lo schiavo camminò senza portare alcun peso: si trattava di Esopo, che divenne poi uno dei più grandi favolisti di tutti i tempi.
Quando, ancora agli esordi di quella che sarebbe stata una strepitosa carriera, Bill Cosby ebbe una sera a trovarsi a Detroit, bloccato da una bufera di neve, si recò in un hotel per chiedere una camera per la notte. L’impiegato alla reception, molto cortesemente ma con fermezza, gli rispose che non vi erano camere libere, e che un po’ tutti gli alberghi della città erano in simili condizioni. Cosby, senza perdersi d’animo disse allora all’impiegato della reception:- "Mi tolga una curiosità : se si presentasse ora da voi il Presidente degli Stati Uniti chiedendovi una stanza, come vi comportereste?"- "Sicuramente - rispose l’impiegato - gli verrebbe assegnata la camera che teniamo sempre libera per personaggi importanti come lui".- "Bene, - disse allora Bill Cosby, - questa è la prima pagina del giornale di oggi e, come può vedere, il Presidente è in visita di stato in estremo oriente, quindi mi dia pure tranquillamente la sua camera!".
Il cancelliere tedesco Bismarck, furioso per le continue critiche di Rudolf Virchov, patologo e uomopolitico liberale tedesco, gli mandò i suoi secondi per sfidarlo a duello. 'Come sfidato ho diritto alla scelta delle armi, e scelgo queste', disse Virchov sollevando in alto due grosse salsicce apparentemente identiche. 'Una è stata infettata con germi mortali', continuò, 'l'altra è perfettamente innocua, decida Sua Eccellenza quale desidera mangiare, io mangerò quella che resta.' Quasi immediatamente fu informato che il Cancelliere aveva deciso di rinunciare al duello.
Nella sua gioventù Pittaco fu molto coraggioso, bravo soldato, gran capitano e sempre buon cittadino. Riteneva per massima che bisognava adattarsi ai tempi e approfittare delle occasioni. La sua prima impresa fu di far lega con il fratello di Alceo contro il tiranno Melancro che, avendo usurpato il sovranopotere dell'isola di Lesbo, fu da Pittaco sconfitto. Questo successo gli diede grande reputazione d'intrepidità . C'era da molto tempo una crudele guerra tra gli abitanti di Mitilene e gli Ateniesi per il possedimento di un territorio: l'Achillitide. I Mitilenesi scelsero Pittaco come comandante delle loro truppe. Quando le due armate furono l'una di fronte all'altra pronte a dar battaglia, Pittaco propose di terminare le ostilità con un combattimento particolare: chiamò a duello Trinone, generale degli Ateniesi che era sempre uscito vittorioso da ogni sorta di combattimento e che era stato più volte coronato ai giochi olimpici. Trinone accettò la sfida. Si decise che il vincitore sarebbe rimasto, senza contrasti, unico conquistatore del territorio in questione. I due contendenti avanzarono soli in mezzo alle due armate; Pittaco aveva nascosto sotto il suo scudo una rete e si valse tanto destramente dell'occasione che inviluppò Trinone nel momento in cui non si dubitava più di nulla, e gridò 'Non ho preso un uomo, è un pesce'. Pittaco lo uccise alla presenza delle due armate e restò così padrone del territorio.
Lo scrittore e giornalistafrancese Edmond About (1828-85) era stato sfidato a duello, ma la scherma non era il suo forte. Per tirarsi fuori dai guai senza fare una figuraccia si fece venire un’idea: andò dal maestro d’armi più in voga del tempo, tale Grisier, e gli chiese una sua foto con la dedica: "Al mio miglior allievo, Edmond About. Firmato: Grisier". Il letterato espose quindi l’autografo nel proprio salotto in modo che si notasse bene. Infatti quando i padrini del suo avversario si presentarono a casa sua, videro la dedica, e puntualmente si affrettarono a convincere l’altro a ritirare la sfida.
Nella vecchiaRussia, in uno scompartimento di treno, si trovarono casualmente a viaggiare insieme un vecchioebreo e un soldatorusso. Il viaggio era lungo e dopo qualche centinaio di chilometri il vecchio trasse fuori un cartoccio che aveva con sé con dentro tre pesci e consumò il suo magropranzo. Ma non buttò via le teste. Anzi, le riavvolse con cura e le ripose nella valigia. Il soldato lo guardava con un misto di disprezzo e curiosità . Dopo una decina di minuti il soldatochiese: ‘Dimmi un po' vecchio, come mai voi giudei siete così intelligenti?’ Gli occhi del vecchio brillarono, ma si schermì. Dopo qualche minuto di silenzio però rispose: ‘Beh, una ragione c'è, ma non potrei dirtela, visto che si tratta di un segreto che custodiamo gelosamente. Ma tu sei un giovane simpatico. Perciò te lo dico. Noi ebrei siamo intelligenti perché mangiamo le teste di pesce.’ Il soldato lo guardò tra l'incredulo e lo speranzoso, ma non disse nulla. Dopo un altro silenzio, inframmezzato dallo sferragliare del treno, il soldato disse: ‘Ehi, vecchio, ho visto che hai messo via tre teste di pesce: non me le venderesti?’ L'ebreo si fece pregare un po', ma infine la transazione fu fatta. E il soldato entrò in possesso delle teste di pesce per tre rubli. Dopodiché, vincendo il disgusto, se le mangiò una dietro l'altra. Poi s'attaccò a una bottiglia di vodka per digerirle e purificare la bocca dal saporaccio. Dopo qualche istante, ancora deglutendo disgustato, il soldato si rivolse al vecchio: ‘Maledetto giudeo, ti ho pagato tre rubli tre teste di pesce quando tutti e tre i pesci interi costeranno sì e no trenta copechi.’ ‘Vedi che funziona?’ rispose il vecchio.
Conviene comportarsi nel modo più semplice; specie quando si ha la reputazione d'essere una persona molto astuta.
Cercherò di esprimere me stesso in qualche modo di vita o di arte il più liberamente e il più compiutamente possibile, usando a mia difesa le sole armi che mi concedo di usare: il silenzio, l’esilio e l’astuzia.
Error grande, non meno che frequentissimo nella vita, credere gli uomini più astuti e più cattivi, e le azioni e gli andamenti loro più doppi, di quel che sono. Quasi non minore né meno comune che il suo contrario.
Scorciatoie. Sono − dice il Dizionario − vie più brevi per andare da un luogo ad un altro. Sono, a volte, difficili; veri sentieri per capre. Possono dare la nostalgia delle strade lunghe, piane, diritte, provinciali.
L'impunità minacciata e insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva naturalmente, a ogni minaccia, e a ogni insulto, adoperar nuovi sforzi e nuoveinvenzioni.
In Italia le norme non vengono rispettate come in altri paesi: accettando una regola generale, ci sembra di far torto alla nostra intelligenza. Obbedire è banale, noi vogliamo ragionarci sopra. Vogliamo decidere se quella norma si applica al nostro caso particolare. Lì, in quel momento.