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Frasi di Karl Marx

Frases de Karl Marx

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  • Non fidatevi di una persona che non ama il vino.


  • Quando tu ami senza provocare amore, cioè quando il tuo amore come amore non produce amore reciproco, e attraverso la tua manifestazione di vita, di uomo che ama, non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è una sventura.


  • In linea di principio un facchino differisce da un filosofo meno che un mastino da un levriero. È la divisione del lavoro che ha creato un abisso tra l’uno e l’altro.


  • I filosofi hanno solo interpretato il mondo, in vari modi. Il punto, tuttavia, è cambiarlo.


  • La crudeltà, come qualsiasi altra cosa, subisce la moda, cambia secondo i tempi e i luoghi.


  • Da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo il suo bisogno.


  • La vergogna non si limita a precedere la rivoluzione – è già in sé una rivoluzione.


  • La tradizione di tutte le generazioni passate pesa come un incubo sul cervello dei vivi.


  • I nostri borghesi, non paghi d’avere a disposizione le mogli e le figlie dei proletari, per non parlare neppure della prostituzione ufficiale, trovano uno dei loro divertimenti principali nel sedursi reciprocamente le loro mogli.


  • La borghesia è di continuo in lotta: dapprima contro l’aristocrazia, poi contro quelle parti della borghesia stessa i cui interessi sono in contrasto col progresso dell’industria; sempre contro la borghesia di tutti i paesi stranieri.


  • Di tutte le classi che oggi stanno di fronte alla borghesia, solo il proletariato è una classe veramente rivoluzionaria.


  • La borghesia sopprime ogni dì più lo sparpagliamento dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Essa aggruppa le popolazioni, accentra i mezzi di produzione e concentra la proprietà nelle mani di qualche individuo. La conseguenza fatale di questi cambiamenti fu lo accentramento politico.


  • Tutta la società si va dividendo sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente contrapposte tra loro: borghesia e proletariato.


  • L’enigma del feticcio denaro è solo l’enigma del feticcio merce, resosi fin troppo evidente.


  • L’operaio diventa tanto più povero quanto più produce ricchezza


  • Che le classi dominanti tremino pure all’idea d’una rivoluzione comunista. I proletarii non hanno nulla a perdere, all’infuori delle loro catene: essi hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi unitevi!


  • Il comunismo non toglie a nessuno potere d’appropriarsi la sua parte dei prodotti sociali, esso non toglie che il potere di assoggettare coll’aiuto di quest’appropriazione, il lavoro degli altri.


  • Questo comunismo


  • Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in ogni altra epoca sarebbe apparsa un controsenso: l’epidemia della sovrapproduzione.


  • Basti ricordare le crisi commerciali, che nei loro ritorni periodici sempre più minacciosamente mettono in forse l’esistenza di tutta la società borghese.


  • La società borghese manca di eroismo.


  • Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, al ballo e all’osteria, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi, ecc., tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro, il tuo capitale.


  • Non è la coscienza degli uomini che determina la loro vita, ma le condizioni della loro vita che ne determinano la coscienza.


  • La coscienza non può mai essere qualcosa di diverso dall’essere cosciente.


  • Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni.


  • Non è libero un popolo che ne opprime un altro.


  • La soppressione della religione quale felicità illusoria del popolo è il presupposto della sua vera felicità. La necessità di rinunciare alle illusioni riguardanti le proprie condizioni, è la necessità di rinunciare a quelle condizioni che hanno bisogno di illusioni. La critica della religione è dunque, in germe, la critica della valle di lacrime di cui la religione è l’aureola sacra.


  • La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente i mezzi di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi l’insieme dei rapporti sociali.


  • Più oggetti l'operaio produce, meno può possederne e tanto più cade sotto il dominio del suo prodotto, del capitale.


  • Per produrremerce, non basta produrrevalore d’uso, ma valore d’uso per altri, valore d’usosociale.


  • C'è solo un modo per uccidere il capitalismo - con tasse, tasse, e ancora più tasse.


  • Il capitale non è una potenza personale; è una potenzasociale.


  • Se Karl, invece di scrivere così tanto sul capitale, ne avesse accumulato un po', sarebbe stato molto meglio.


  • L'aumento dei prodotti e delle necessità finisce col produrre appetiti raffinati, innaturali e immaginari.


  • Se il denaro, secondo Augier, viene al mondo con una macchia di sangue sulla guancia, il capitale nasce grondante sangue e fango dalla testa ai piedi.


  • L'operaio è diventato una merce ed è una fortuna per lui trovare un acquirente. E la domanda, da cui dipende la vita dell'operaio, dipende dal capriccio dei ricchi e dei capitalisti.


  • Non vi è progresso senza conflitto: questa è la legge che la civiltà ha seguito fino ai nostri giorni.


  • La tempestaparlamentare si trasforma in una tempesta in un bicchier d'acqua; la lotta diventa intrigo; il conflitto, scandalo.


  • Più oggetti l'operaio produce, meno può possederne e tanto più cade sotto il dominio del suo prodotto, del capitale.


  • La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l’oppio dei popoli.