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Con addosso solo le mutandine da bagno, scalzo, con i capelli scarmigliati, nel buio rosso fuoco, sorseggiando vino, sputando, saltando, correndo… così si vive.
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Le nostre valigie ammaccate erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo più modi per andare. Ma non importa, la strada è vita.
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Le nostre valigie logore erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; dovevamo ancora andare lontano. Ma che importava, la strada è la vita.
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Alla fine non ricorderai il tempo che hai passato lavorando in ufficio o falciando il prato. Scala quella maledetta montagna.
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La mia colpa, il mio fallimento, non sta nelle passioni che ho, ma nella mia mancanza di controllo su esse.
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Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita.
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Qual è la tua strada amico?… la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell’arcobaleno, la strada dell’imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi.
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L’orrenda certezza di aver per tutta la vita ingannato me stesso pensando sempre che ci fosse qualcos’altro da fare perché lo spettacolo continuasse mentre in realtà sono solo un pagliaccio depresso esattamente come chiunque altro.
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L'ultimo sconsolato bang della mia lattina di Desolazione nel vuoto della valle, che ascolto con soddisfazione, nudo. Lontano, lontano alle porte del mondo c'era il vortice di vento che ammoniva come tutti noi saremo spazzati via come trucioli e piangeremo. Uomini dagli occhi stanchi ora lo capiscono, e attendono di deturparsi e putrefarsi, nonostante questo essi conservano egualmente nel cuore il potere d'amare, non so più cosa significhi quella parola. L'unica cosa che voglio è un cono gelato.
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E sempre galleggia la rosa, che amanti perduti ma intrepidi hanno gettato giù da ponti fatati a sanguinare nel mare, a inumidire le opere del sole per poi tornare di nuovo, tornare di nuovo…
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Viviamo per desiderare, e cosi farò anch’io, e balzerò giù da questa montagna sapendo tutto alla perfezione o non sapendo tutto alla perfezione pieno di splendida ignoranza in cerca di una scintilla altrove.
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Devo essere felice o morire, perché la mia condizione terrena è piena di una tristezza insostenibile e io do la colpa a Dio anziché a me stesso.
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Che me ne importava della torre, dei demoni, dello sperma e delle ossa e della polvere, mi sentivo libero perciò ero libero.
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Sembra che io abbia una costituzione che non regge l’alcol e ancor di meno l’idiozia e l’incoerenza.
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Se fai anche solo una meditazione vera sai per sempre che non esiste nulla di meglio. Il resto è ignoranza, preoccupazione e inquietudine mentale.
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Vagabondi del Dharma che si rifiutano di cedere all’imperativo generale che li porta a consumare e dunque a lavorare per il privilegio di consumare tutte quelle schifezze che nemmeno volevano davvero.
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Dopo una dozzina di passi ci girammo, perché l’amore è un duello, e ci guardammo per l’ultima volta.
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