Frasi Abitudine
Sono in battaglia con l'abitudine, con l'assuefazione, la ripetizione. Credo che vivere così è come essere morti dentro!
Quanto è brutto vedere gesti che dovrebbero essere normali, diventatare così rari da essere menzionati.
Le frasi sull'abitudine ci ricordano quanto importante sia fare attenzione alle nostre abitudini e come anche un lieve cambiamento possa portare grandissimi benefici nel tempo. Quindi, proviamoci a rompere le vecchie abitudini ed introdurne di nuove che ci porteranno maggiore benessere!
Io credo che tale scontento sia dovuto in gran parta a un modo errato di considerare il mondo, a un'etica sbagliata, ad abitudini sbagliate, che portano alla distruzione di quel gusto e di quell'appetito naturali per le cose possibili dai quali alla fine dipende tutta la felicità dell'uomo.
Se si ripetesse il diluvio universale, molti pensionati inps sopravvivrebbero perché sono abituati a sopravvivere con l'acqua alla gola.
Amare se è abitudine dona gioia al mondo. Far l'amore per abitudine distrugge il significato stesso che esso racchiude.
In ogni cosa è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato.
Qualcosa che manca. Qualcosa che manca è il pezzo mancante, è un vuoto in mezzo alla pancia. Quando qualcosa manca è tutto a metà, si ride per metà, si vive a metà, si sogna a metà. Quando qualcosa manca è come se una briciola pesasse più del mondo intero.
M'abituerò. M'abituerò ad appoggiare la mia mano al muro, certo, la tua spalla era più morbida, ma devo abituarmi all'idea che non è più qui per sorreggermi. M'abituerò a star zitta, ormai nella stanza accanto non c'è più nessuno che mi ascolti. M'abituerò a fare a meno delle tue scuse inutili, dei tuoi ti amo fasulli, dei tuoi "non posso fare a meno di te". M'abituerò anche a non amarti più, ma non adesso, col tempo forse. M'abituerò a tutto, ma una cosa è certa, non riuscirò mai ad abituarmi all'idea che mi ci devo abituare.
Nessuno torna mai chi era prima, ed è inutile quindi rimpiangere il passato o rinnegarlo. Non si cambia nel senso che vorremmo esprimere con questo termine, ma ci si evolve semmai nel bene o nel male, ma mai si torna come si era in uno stato precedente. Tuttavia ritengo che ogni giorno sia un buon giorno per migliorare, attingendo alle cose, alle persone, nuove esperienze, nuove emozioni da assimilare e fare nostre, come un bagaglio, una valigia che riempiamo solo delle cose utili che ci servono per proseguire il nostro viaggio. La bussola allora diventa il mezzo indispensabile per ritrovare la strada qualora ci si senta persi. Basta seguire il proprio cuore, il proprio sogno e non è mai tardi per riprendere il cammino che si era abbandonato per troppa distrazione, o per aver frainteso cuore e ragione, sensi chimici e percezione. Vado così avanti, imparo ogni giorno qualcosa che provo a trasmettere a chi vuol ascoltare. La mia bussola non mi dice dove sto andando, mi indica solo che la direzione è giusta, ed io la seguo, con fiducia, come una foglia segue il suo vento.
Devono passare tanti anni e molte delusioni prima di capire che, prima di addormentarsi, la compagnia di un buon libro è preferibile a quella di tante persone.
Non riesco a lasciarmi scivolare le cose addosso. Mi piace fingere sia così, una di quelle che "non mi vuoi più nella tua vita? Perfetto, perché io non ti volevo nella mia" ma la verità è che non lo sono. La verità è che quando qualcuno mi abbandona, non riesco a fare a meno di interrogarmi sul perché l'abbia fatto, se magari avrei potuto fare qualcosa per impedirlo, se, se, se... Non ci riesco proprio a fregarmene, magari mi sembra sia così; ma poi arriva la sera e tutto mi piomba addosso come un enorme macigno sul cuore e posso solo ripetermi "devo andare avanti; e in un modo o l'altro ci vado. Brutta malattia, la fragilità.
Non esistono condizioni tali a cui l'uomo non possa fare abitudine, in particolare se vede che coloro che lo circondano vivono nello stesso modo.
Gli era accaduto in quel momento ciò che accade sempre alle persone che, all'improvviso, sono messe davanti all'evidenza di una cosa che fa loro vergogna. Egli non seppe atteggiare il suo viso alla circostanza, visto che la moglie aveva scoperto la sua colpa: invece di mostrarsi offeso, di negare, di giustificare, di chiedere perdono, magari di affettare indifferenza - tutto sarebbe stato meglio che quel che aveva fatto - il suo viso, proprio involontariamente (azioni riflesse del cervello, pensava Stepan Arkadevic, che si dilettava in fisiologia) s'era atteggiato al suo sorriso abituale, buono, e perciò stupido in quel momento.
Ho preso l'abitudine di abbracciarmi da sola! Ci sono sempre per me, quando mi chiamo non ho impegni, non mi infastidisco per la perdita di tempo, mi capisco, so perfettamente cosa voglio dire quando parlo confusamente tra i singhiozzi, mi scuso da me e non ci sono conseguenze, equivoci od offese quando do di matto. So compatirmi e tollerarmi quando sono odiosa fino all'inverosimile, ingestibile, villana e capricciosa. Ho preso l'abitudine di abbracciarmi da sola perché se dovessi aspettare che qualcuno lo faccia, morirei di freddo. Non ho a chi chiederli questi abbracci, ma dopo un po' non se ne sente neppure la mancanza, o l'esigenza, si ha solo la percezione di un retrogusto che sa di calore e completezza quando se ne ricevevano; probabilmente, se ci fosse qualcuno a donarmeli, li rifiuterei non riconoscendone l'intenzione.
Ho visto persone promettere mari e monti alla persona amata, per poi tirarsi indietro. Ho visto giovani promettere amore eterno per poi fuggire in un attimo. Ho visto sdolcinati davanti e villani dietro, ho visto parole dolci e sguardi affascinanti ma non per una sola anima, ho visto la malizia dei gesti, e il rispetto mancato. non è tutto oro ciò che luccica, e in amore, bisogna star attenti a non cadere nel tranello delle illusioni.
"Chissà perché" meditò la madre dello Shah "le occidentali arrossiscono con tanta facilità? Forse sarebbero meno imbarazzate se portassero il velo".
La maggior parte di noi uomini compie l'errore banale di badare tanto al risultato e poco, pochissimo, a ciò che lo ha generato e preceduto.
A perdere io ci sono abituata, è così da sempre, perdo la pazienza, chi amo, gli amici, il conto dei giorni, il guaio è quando perdo me stessa, non è mai stato facile riuscire a ritrovarmi.
La routine porta al delirio, la noia inconsciamente ci porta a cambiare automaticamente qualcosa che non va, a fare qualcosa di nuovo e lì, scoprendo qualcosa di nuovo, altro di piacevole lo inseriamo nella quotidianità. Finché anche di quella non ci stancheremo. Un ciclo di piccole cose che portano a piccole gioie.
Siamo, forse, troppo immersi in un mondo che usa il "bene" come un paravento per coprire biechi interessi, tanto da non riuscire nemmeno più a concepire un piccolo gesto fatto con un cuore colmo di ideali.