Frasi sulle trasgressioni
– Come hai fatto a prendere sedici multe per divieto di sosta?!– Non è colpa mia! Voi mi tenete rinchiuso qui! Quando torno ho talmente tanto da vivere che non ho tempo per cercare un parcheggio!
Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi pensatori – in fondo è solo un grossolano divieto che ci vien fatto: non dovete pensare!
Non temere! Accogli l’ignoto e l’impreveduto e quanto altro ti recherà l’evento; abolisci ogni divieto; procedi sicuro e libero.
Se due persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” togli il cartello.
Non uccidere. Prendiamo così alla leggera questo divieto che ci troviamo a cogliere un fiore senza pensarci, a pestare un povero insetto senza pensarci, senza pensare, orribilmente ciechi, non sapendo che ogni cosa si prende le proprie rivincite, non preoccupandoci della sofferenza del nostro prossimo, che sacrifichiamo ai nostri meschini obiettivi terreni.
Ciascuna di queste trasgressioni isolò sempre di più il club e i suoi fedeli dal continente dei benpensanti, quelli che storcono il naso e odiano l’Arsenal; Highbury diventò l’Isola del Diavolo nel bel mezzo di Londra nord, la patria dei farabutti e dei miscredenti.
Non dire: “Ho peccato, e che cosa mi è successo?”, perché il Signore è paziente. Non esser troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: “La sua misericordia è grande; mi perdonerà i molti peccati”, perché presso di lui ci sono misericordia e ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
Nelle cose viste in un’unica volta la varietà crea confusione, un vizio della bellezza. Nelle cose che non si vedono in una sola volta, la grande varietà è encomiabile, e fornisce trasgressione senza violare le regole dell’ottica e della geometria.
Noi giochiamo il senso della nostra vita ad un tavolo dove sono presenti i nostri istinti sotto forma delle icone che li rappresentano: Eros, il signore dei desideri; Narciso, l’amore verso di sé; il Caso, la fatalità; Edipo, la trasgressione. E infine la Morte.
Quando ero ragazzino mio padre voleva che io fossi un bravo cattolico e che io mi confessassi tutte le volte che avevo pensieri impuri sulle ragazze. Così ogni sera io diventavo rosso a confessare i miei pensieri. Così successe una sera, e poi un’altra sera, e così via. Dopo una settimana decisi che la religione non era fatta per me.
Ho fatto le mie esperienze: sesso, droga e rock’n roll. Ma come si dice? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Non ho commesso reati, non sono mai stata arrestata, non sono mai stata ricoverata per overdose. Scrivere sul giornale che sniffo è una violazione della mia privacy; ma la butto sul ridere e dico che… se mi candidassi per il Parlamento, avrei ottime chance di essere eletta.
Ho capito che avevo molto bisogno del peccato, avevo bisogno della voluttà, dell’ambizione, della vanità, e avevo bisogno della più profonda disperazione, per smettere di confrontarlo con un certo mondo da me desiderato, con una specie di perfezione da me voluta. Per lasciarlo, invece, così com’è. Per amarlo e appartenergli con gioia.
Si tratta di vedere in che misura la revoca di quel divieto alla donna d’essere attrice abbia contribuito al definitivo smarrimento del riso sulle scene. A mio avviso, non vi ha soltanto contribuito: ha addirittura rovinato la festa, o almeno quel che ne sarebbe potuto avanzare.
Il racconto che ci ha consegnato il divieto di fabbricare e adorare idoli pena la morte – pensiamo alla spietata punizione riservata da Mosè agli adoratori del vitello d’oro – è una delle immagini bibliche più indelebili conservate nella memoria collettiva.
Raccontare l’incanto o il disincanto del sesso è raccontare l’amore. Noi facciamo l’amore come amiamo, il sesso rivela com’è la nostra capacità di amare. A volte fare l’amore è semplicemente dare una carezza. Oggi, al contrario di ciò che si pensa, vedo poca trasgressione, cioè capacità di andare oltre se stessi, di crescere.
Si è deciso complessivamente il seguente divieto ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, come a tutti i chierici che esercitano un ministero: si astengano dalle loro mogli e non generino figli; chi lo avrà fatto, dovrà essere allontanato dallo stato clericale.
Non voglio un avvocato che mi dica quello che non posso fare. Lo assumo perché mi suggerisca come fare quello che voglio.
La vera trasgressione è fare una famiglia e mettere al mondo dei figli. Ci vuole impegno e coraggio, soprattutto per le donne.
Quando la giustizia si oppone al pregiudizio, siamo inclini a credere che trasgredirla sia virtuoso.
Chi non si è trovato centinaia di volte a compiere un'azionevile ο stupida, per nessuna altra ragione di quella che non doveva farlo?