Frasi sull’oppressione
Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore. Se un elefante ha il suo piede sulla coda di un topo e dici che sei neutrale, il topo non apprezzerà la vostra neutralità.
È dubbio se gli oppressi abbiano mai lottato per la libertà. Essi lottano per l’orgoglio e il potere – potere di opprimere gli altri. Gli oppressi vogliono soprattutto imitare i loro oppressori; vogliono vendicarsi.
Nella lotta per la libertà gli oppressi hanno spesso conquistato solo una maggiore libertà per i propri oppressori.
Quale rivoluzione può liberare i popoli che amano l’oppressione? Solo i liberi possono essere liberati.
Non esiste una situazione così intollerabile da far necessariamente sollevare gli esseri umani. La gente sopporta tutto, e più a lungo dura la situazione, più la sopporterà con calma.
La fede è ciò che si usa per opprimere, per negare, per giustificare, per giudicare nel nome di Dio.
I cristiani non devono imporre nel mondo le proprie leggi, la tristezza, il risentimento e magari persino le armi… Dovremmo invece portare agli uomini il buon vino della vita senza conquistare gli altri con violenze o dogmi, bensì condividendo con tutti la parola di Gesù.
Le donne vivono tempi duri in questo mondo. Esse sono oppresse da leggi fatte dall’uomo, da costumi sociali creati dall’uomo, dall’egoismo maschile, dall’illusione della superiorità maschile.
Il governo dell’uomo da parte dell’uomo, sotto qualsivoglia nome si mascheri, è oppressione; la più alta perfezione della società si trova nell’unione dell’ordine e dell’anarchia.
Chi si sente spirito libero non è oppresso o angustiato dalle cose di questo mondo, perché non le considera. Se uno sente ancora il loro peso, vuol dire che è tanto limitato da dar lui stesso peso a quelle cose.
L’oppressore non si rende affatto conto del male che implica l’oppressione, fintanto che l’oppresso la accetta.
La maggiore minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela togliere – perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla – , ma nel disimparare ad amarla.”
Mi pare fuor di dubbio che ci sarà uno scontro tra gli oppressi e gli oppressori, tra coloro che vogliono la libertà, la giustizia e l’eguaglianza per tutti e chi intende continuare con i sistemi di sfruttamento.
Colui che viene governato, ingannato, sfruttato, prostituito, ferisce in primo luogo il nostro sentimento di uguaglianza. Ed è in nome di esso che non vogliamo più né prostitute, né sfruttati, né ingannati, né governati.
Ogni volta che un uomo combatte per un ideale o agisce per migliorare il destino degli altri o si batte contro l’ingiustizia emette una minuscola onda di speranza e queste onde, intersecandosi da un milione di centri differenti di energia e di audacia, producono una corrente in grado di spazzare via i più poderosi muri di oppressione e resistenza.
Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.
L’oppressore è schiavo quanto l’oppresso, perché chi priva gli altri della libertà è prigioniero dell’odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L’oppressore e l’oppresso sono entrambi derubati della loro umanità.
L’uso della sola forza non ha che un effetto temporaneo. Può soggiogare per un po’, ma non toglie la necessità di soggiogare di nuovo: e non si può governare una nazione che deve essere sempre riconquistata.
La non-violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo; la necessità dell’uomo di avere la meglio sull’oppressione e la violenza senza ricorrere all’oppressione e alla violenza.
Sì, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre idee, che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire.
Un combattente per la libertà impara la dura lezione che è l’oppressore a definire la natura dello scontro, e all’oppresso talvolta non resta altra scelta se non usare metodi che rispecchiano quelli dell’oppressore. Ad un certo punto, si può solo rispondere al fuoco col fuoco.
La soppressione della religione quale felicità illusoria del popolo è il presupposto della sua vera felicità. La necessità di rinunciare alle illusioni riguardanti le proprie condizioni, è la necessità di rinunciare a quelle condizioni che hanno bisogno di illusioni. La critica della religione è dunque, in germe, la critica della valle di lacrime di cui la religione è l’aureola sacra.
Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono.
Storicamente parlando, le religioni sono state comunemente organizzate per qualche ulteriore scopo: sfruttamento, controllo della massa ecc.
Giocare a basket è proprio come qualsiasi altra cosa: possiedono il tuo corpo e cercano di possedere la tua testa.