Frasi sul Lavoro
Se lavorerete per il presente, il vostro lavoro resterà insignificante; bisogna lavorare pensando solamente al futuro. Forse solo in paradiso l’umanità vivrà per il presente; finora essa è sempre vissuta d’avvenire.
Lavorando con impegno otto ore al giorno potresti diventare il capo e lavorare dodici ore al giorno.
Ai miei tempi, nella buona società, non si incontrava mai nessuno che lavorasse per vivere. Era considerato sconveniente.
Leggete, studiate, e lavorate sempre con etica e con passione; ragionate con la vostra testa e imparate a dire di no; siate ribelli per giusta causa, difendete la natura e i più deboli; non siate conformisti e non accodatevi al carro del vincitore; siate forti e siate liberi, altrimenti quando sarete vecchi e deboli rimpiangerete le montagne che non avete salito e le battaglie che non avete combattuto.
Il lavoro è una manna quando ci aiuta a pensare a quello che stiamo facendo. Ma diventa una maledizione nel momento in cui la sua unica utilità consiste nell’evitare che riflettiamo sul senso della vita.
Bisogna lavorare, se non per gusto, almeno per disperazione. Infatti, tutto ben considerato, lavorare è meno noioso che divertirsi.
Bisogna che il governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano una occupazione. Questo è quello che deve fare il governo, questo è quello che deve fare il parlamento.
Che terribile errore del nostro mondo, pensare che la fatica, il lavoro sia una virtù. Né l’uno né l’altra, ma piuttosto un vizio. Cristo non lavorava.
Per rendere un uomo felice, riempi le sue mani di lavoro, il suo cuore di affetto, la sua mente con uno scopo, la sua memoria con conoscenze utili, il suo futuro di speranza, e il suo stomaco di cibo.
Se non potete lavorare con amore, ma solo con riluttanza, allora è meglio lasciare il lavoro e sedere alla porta del tempio e accettare elemosine da chi lavora con gioia.
Se non volete lavorare, dovete lavorare per guadagnare il denaro sufficiente per consentirvi di non lavorare.
Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità, da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma persino come sacro, mentre non è che una triste necessità.
Si disprezza la gente che non ha tempo. Si compiangano le persone che non hanno lavoro. Ma gli uomini che non hanno tempo per lavorare, quelli sono da invidiare.
Ho sempre avuto ben chiaro che dovevo lavorare, perché non esiste femminismo che si rispetti che non sia basato sull’indipendenza economica.
Il lavoro non è più rispettabile dell’alcool, e serve esattamente allo stesso scopo: distrae semplicemente la mente.
Chi non ha tempo libero non può dire di avere indipendenza. Parlano della dignità del lavoro. Sciocchezze. La verità è che il lavoro è la necessità della condizione terrena di questa povera umanità. La dignità è nel tempo libero.
Il lavoratore, il cui compito è stato specializzato dalla permanente divisione del lavoro, ha perso l’interesse intellettuale nel suo lavoro; e questo avviene soprattutto nelle grandi industrie: egli ha perso le sue capacità creative.
La differenza tra un intellettuale e un operaio? L’operaio si lava le mani prima di pisciare, l’intellettuale dopo.
Il lavoro non mi piace − non piace a nessuno − ma mi piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare sé stessi.
Il lavoro intellettuale strappa l’uomo alla comunità umana. Il lavoro materiale, invece, conduce l’uomo verso gli uomini.
Perché debbo lavorare con zelo a produrre molto, se chi produce meno di me, per incapacità reale o per pigrizia, partecipa esattamente come me al godimento dei beni? Non è meglio prender le cose con più calma, riposarsi spesso ed a lungo?