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Che si mangi troppo o non abbastanza, in entrambi i casi si finisce per ammalarsi. Nella nostra vita quotidiana dobbiamo evitare tutti gli estremi.
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Se l’umanità deve sopravvivere, la felicità e l’equilibrio interiore sono di importanza fondamentale; altrimenti è molto probabile che le vite dei nostri figli e dei loro figli siano infelici, disperate e brevi.
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Se sei calmo, neppure i nemici riusciranno a turbarti. Al contrario, se di solito sei irascibile, non sarai davvero felice neppure quando viene a trovarti il tuo migliore amico.
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Il problema non è il materialismo in quanto tale, ma piuttosto l’implicita convinzione che la piena soddisfazione possa derivare solo dalla gratificazione dei sensi.
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Invece di fare lunghi weekend o le ore piccole per divertirsi, ci si può svegliare presto la mattina e godersi le emozioni della natura che si risveglia.
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La rabbia può procurare un momentaneo successo dandoti una certa soddisfazione per un breve periodo, ma alla fine causerà ulteriori difficoltà.
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Poiché i nostri interessi sono inestricabilmente interconnessi, si deve accettare l’etica come l’indispensabile interfaccia tra il proprio desiderio di essere felici e quello altrui.
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Nella realtà odierna l’unico modo di risolvere le divergenze è il dialogo ed il compromesso, la comprensione umana e l’umiltà.
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Sviluppando più tolleranza e pazienza, sarà più facile che si sviluppi la vostra capacità d’essere compassionevoli e, quindi, altruisti.
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Finché non avrete la disciplina interiore che mantiene calma la mente, per quante comodità esteriori possiate avere, non riuscirete mai a sperimentare quel sentimento di gioia e di felicità che andate cercando.
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La pace si trova dentro se stessi. La violenza provoca sofferenze, la pace si ottiene non pregando, ma si genera all’interno di sé e poi nella propria famiglia.
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La compassione, l’altruismo, il buon cuore non sono unicamente nobili sentimenti di cui trae vantaggio il nostro prossimo. Sono stati mentali, condizioni mentali di cui beneficiamo anche noi stessi.