Frasi sulle crisi
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Frasi sulle crisi di Albert Einstein, Karl Marx, Umberto Eco, John Fitzgerald Kennedy
Il capitalismo ha avuto vari collassi e crisi, perché è così: è ingordo, avido, mangia troppo e poi sta male.
Dobbiamo darci da fare per uscire dalla crisi globale, perché nel 2050 ci saranno sulla terra due miliardi di esseri umani in più che non riusciranno a sfamarsi. Io avrò allora 107 anni, come potrò reggere all’emozione?
E’ sempre colpa dei governi precedenti, delle torri gemelle, della crisi mondiale, dello tsunami, delle toghe rosse, dell’euro, della Merkel, di Adamo ed Eva.
Tutti attraversiamo delle temporanee crisi d’identità prima o poi nella vita. E a Smallville è come un rito di passaggio.
La crisi di una scienza comporta nientemeno che la sua peculiare scientificità , il modo in cui si è proposta i suoi compiti e perciò in cui ha elaborato la propria metodica, siano diventati dubbi.
La libertà , come tutti sappiamo, non fiorisce in un paese che sta sempre sul piede di guerra, o che si prepara a combattere. Una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del governo centrale.
E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
In casi di crisi che obbligano la gente a scegliere tra varie linee di condotta, la maggioranza sceglierà la peggiore possibile.
Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in ogni altra epoca sarebbe apparsa un controsenso: l’epidemia della sovrapproduzione.
Una volta Alberto Sordi mi disse che l’arte della commedia era sempre più in crisi. Secondo lui il motivo era che tra la gente era sparito il senso del ridicolo. Nessuno si stupiva più per nulla. Aveva perfettamente ragione.
Ciò che la crisi insegna è che ora più che mai abbiamo necessità di tornare a pensare, progettare, sperimentare.
La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità .
Sembra che la crisi renda i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Non vedo perché si debba considerare una crisi. È stato così sin da quando ero piccolo.
Di fronte al rischio di una crisi della crescita il capitalismo ha operato una riconversione: si è messo a produrre bisogni ancora prima di produrre beni.
A diciassette anni, le crisi più piccole hanno assunto proporzioni enormi; i pensieri di qualcun altro potrebbero attecchire nel terriccio della tua mente; avere qualcuno che ti accetta diventa vitale come l’ossigeno.
La lezione della storia è che non si può avere una ripresa economica sostenuta fino a quando il sistema finanziario è in crisi.
Ho una Batmobile così posso raggiungerti in un batter d’occhio, quando il tuo mondo è in crisi per un incombente cuore infranto
Mai come oggi si è acutizzata la crisi del carattere. C’è attorno, nella gioventù moderna, un’aria di conformismo livellatore e di incoscienza festaiola da asfissiare. Bisogna formare uomini di carattere.
La crisi non è finita. E’ come vivere in un videogame, compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti rilassi e subito spunta un altro mostro più forte del primo
Entra in crisi la democrazia, perché essa, intendo la democrazia quantitativa moderna, è stata pensata supponendo che ci fossero dei valori stabili, fissi, condivisi da tutti.
– Signore, tutto bene? Che cosa è successo?– Mi sono perso.– E si è sdraiato in mezzo alla strada?– Non mi sono perso in quel senso. Metaforicamente. Crisi esistenziale.
Dalla crisi economica si possono trarre riflessioni su mestieri che finiscono, ma le opportunità esistono sempre. Mio nonno ha creato un gruppo nonostante due guerre mondiali.